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domenica 25 aprile 2010

"Niente di nuovo sotto le stelle..."



Esce solo adesso ,distribuito da Mikado ,questo film presentato a Cannes lo scorso anno. Preceduto da voci,circa presunti veti e ostacoli posti all'uscita, da ambienti cattolici. Voci “cavalcate”in seguito, a destra e a manca da associazioni e personaggi della cultura, variamente interessati alla questione.In realtà, la sua uscita è stata ritardata solo da diritti economici altissimi posti dalla produzione. Il film di Amenàbar, infatti, è una produzione ispano-americana da 50 milioni di dollari. Ed è noto, che gli americani non sono certo ingenui o sprovveduti, in tema di “ritorni” economici sui loro investimenti. Come rivelato dallo stesso Amenàbar, Agorà nasce dall'idea iniziale di voler fare un film sull'astronomia .Idea di per sé,quantomeno originale; se poi andiamo a considerare anche il periodo storico in cui è collocata. Proseguendo,nella ricerca sui personaggi storici dell'epoca,A. si è imbattuto nella figura di Hypatia: filosofa, astronoma e matematica Alessandrina del IV secolo d.c., rimanendone affascinato.Tanto per sgomberare subito il campo, dico che per me, il film ha come principale pregio proprio la riscoperta di questa figura di enorme spessore:Hypatia appunto.H.finora sconosciuta ai più(non vi è traccia di lei in nessun manuale scolastico..),e confinata solo alla conoscenza di studiosi e storici del settore,risulta figura interessantissima ,ancor più se collocata in un periodo storico lontano e poco “indagato”,non solo dal cinema ma dagli stessi storici.
Il film, in breve: da sfondo,vi è la crisi dell'impero romano, e il dissolvimento della civiltà evolutissima, che ruota intorno alla famosa biblioteca Alessandrina, cuore pulsante di quella cultura. In agguato,con l'affermarsi “prepotente” del Cristianesimo nella città, si preparano intanto ad esplodere, tensioni con le altre popolazioni presenti: i pagani appunto, e gli ebrei. Hypatia, vive dedicandosi alla ricerca e all'insegnamento, coltissima e libera, rispettata e ascoltata in una società e in un ambito prevalentemente maschile. Inizialmente, quasi avulsa da ciò che la circonda e che va tristemente maturando,pone la ricerca della verità e la possibilità della ragione,di poterla sempre confutare,al di sopra di tutto. Finanche dei suoi sentimenti,e all'estremo,di sacrificare ad essa, la sua vita. La realtà storica, non ci ha consegnato nessuno scritto di Hypatia,neanche sulla sua intuizione più straordinaria,(confermata 1200 anni dopo da Keplero).Restano di lei solo le testimonianze dei discepoli, che tuttora,sono oggetto di studio da parte degli storici. Si prevede, a seguito del film, una messe di libri sulla sua figura, (giustamente, in questo caso). Una pagina di storia drammaticissima, raccontata da Amenàbar senza sconti per nessuno; pagani ebrei e cristiani. Anche se per i cristiani si spinge un po' oltre:vedi i Parabolani resi come brutali soldati della fede,e di nero vestiti,e il vescovo Cirillo, al quale attribuisce direttamente la condanna di Hypatia.Mentre la storia, non conferma questa ipotesi. Ma sembra che ad A.stia soprattutto a cuore suffragare la tesi secondo la quale qualunque religione , nel momento in cui viene strumentalizzata usandone la “parola” per fini siano essi politici o di parte, determina la fine di una civiltà oltre alla nascita della distorsione fondamentalista. Rivendica anche, in maniera credo partecipata, il rispetto e il ruolo per la ragione, quando con le inquadrature dall'alto , dallo spazio stellato -addirittura-prende distanza dalla cecità umana,e ci mostra “osservati”a nostra volta. Una distanza, che racconta,ci “parla”, più della sceneggiatura spesso non proprio all'altezza dei temi rappresentati.Due bellissime sequenze: quella della distruzione della biblioteca, quando le pergamene fluttuano nell'aria e l'inquadratura passa poi sulla volta della stessa in un capovolgimento di prospettiva;ed infine tutte quelle dallo spazio. Bella la scena in cui H. intuisce il movimento terrestre a mezzo della figura dell'ellisse. I rimandi e le suggestioni ai casi della storia, fino alla modernità si intuiscono facilmente: Bruno, Galilei, le streghe dell'inquisizione, Hitler... penso che la cifra stilistica del film non si sia giovata molto dell'atmosfera un po' ridondandante delle scenografie fastose e dei costumi(pare che i vestiti e le armi dei cristiani siano sbagliati..).Forse un maggiore intimismo, un occhio più pulito da tentazioni hollywoodiane e più concentrato sull' introspezione dei personaggi avrebbe reso maggiormente;considerata anche la sceneggiatura.Insomma, il film nasce e vive soprattutto in virtù della protagonista Hypatia, la bella e brava Rachel Weisz, praticamente perfetta nel ruolo. All'altezza tutti gli altri comprimari. La musica, ormai uno standard per il genere. Attentissima la platea dello Space Cinema napoletano, e partecipe alla fine drammatica ma edulcorata voluta dal regista. Nella realtà è andata molto peggio: occhi cavati da viva e corpo smembrato in mille pezzi. La storia delle donne e della scienza, ha esatto anche prezzi altissimi come questo.
Da vedere. Per una serata a discutere dei massimi sistemi e non solo..



mercoledì 27 gennaio 2010

"Voi che vivete" di Primo Levi






Per non dimenticare..ieri come oggi.

Voi che vivete sicuri,
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera



Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.