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venerdì 24 maggio 2013

Sconfitta


Sconfitta
di Rafael Cadenas

Io che non ho mai avuto un lavoro
Che in ogni competizione mi sento debole
Che ho perso i migliori titoli per vivere
Che appena arrivo in un posto subito voglio andarmene (credendo che spostarmi sia una soluzione)
Che sono stato rifiutato in anticipo e schernito dai più idonei
Che mi appoggio alle pareti per non cadere del tutto
Che sono oggetto delle mie stesse risate per aver creduto
Che mio padre fosse eterno
Che sono stato umiliato dai professori di letteratura
Che un giorno ho chiesto in che cosa potessi aiutare e la risposta fu una grassa risata
Che non potrò mai avere una casa, né essere brillante, né trionfare nella vita
Che sono stato abbandonato da molte persone perché quasi non parlo
Che ho vergogna per atti che non ho commesso
Che mi è mancato poco per lanciarmi a correre nella strada
Che ho perduto un centro mai avuto
Che sono tornato lo zimbello di molta gente perché vivo nel limbo
Che mai troverò qualcuno che mi sopporti
Che fui lasciato indietro a vantaggio di persone più miserabili di me
Che continuerò a viviere così e che l’anno prossimo sarò molte volte preso ancora più in giro per la mia ridicola ambizione
Che sono stanco di ricevere consigli di altri più addormentati di me (“lei è molto indietro, si ripigli, si svegli”)
Che mai potrò viaggiare in India
Che ho ricevuto favori senza dare nulla in cambio
Che vado per la città da un lato all’altro come una piuma
Che mi lascio portare dagli altri
Che non ho personalità nè voglio averla
Che tutto il giorno nascondo la mia ribellione
Che non mi sono dato alla guerriglia
Che non ho fatto nulla per il mio popolo
Che non sono delle FALN* e mi dispero per tutte queste cose e per altre cose la cui enumerazione sarebbe interminabile
Che non posso uscire dalla mia prigione
Che sono stato degradato dappertutto come inutile
Che in realtà non ho potuto sposarmi nè andare a Parigi nè vivere un giorno sereno
Che mi nego di riconoscere i fatti
Che sempre sbavo per la mia storia
Che sono imbecille e più che imbecille dalla nascita
Che ho perso il filo del discorso che stavo facendo e non ho potuto ritrovarlo
Che non piango quando sento il desiderio di farlo
Che sono arrivato tardi su tutto
Che sono stato rovinato da tante manifestazioni e contromanifestazioni
Che desidero l’immobilità perfetta e la fretta impeccabile
Che non sono quello che sono nè quello che non sono
Che nonostante tutto ho un orgoglio satanico benché in certo momenti sono stato umile fino a immedesimarmi nelle pietre
Che ho vissuto cinque anni nello stesso circolo
Che mi credetti predestinato per qualcosa fuori dal comune e in niente sono riuscito
Che mai metterò la cravatta
Che non riconosco il mio corpo
Che ho percepito per lampi la mia falsità e non ho potuto distruggermi, scopare tutto e creare dalla mia indolenza, il mio fluttuare, il mio smarrire una freschezza nuova, e ostinatamente mi suicidio a portata di mano,
Mi alzerò da terra più ridicolo ancora per continuare a burlarmi di tutti gli altri e di me fino al giorno del giudizio finale.
(* Forze Armate di Liberazione Nazionale, organizzazione clandestina terroristica, anti-nordamericana attiva negli anni 70 e 80 in Porto Rico)