tag:blogger.com,1999:blog-16381948930872956232024-03-06T08:13:47.336+01:00Fahrenheit960Caleidoscopio di Parole Cinema ed EmozioniFranca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.comBlogger121125tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-66464354965496134402021-04-26T23:37:00.011+02:002021-05-06T00:43:58.938+02:00Nomadland<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFF_4wIsQc9sqLP-7sdQvhUQxJd1y_l1aWjO9Yfa5qfbvqtqQ8mT3pjhyJ01HVGPfAsGvoKatvXuzyRJnT5ts96kQNggiNnwmr4GEZ1kqv2P6Ioj6rUa7RbiS11nA6oPiynXZYfWz5QRH3/s700/Nomadland-trailer-new-700x300.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="700" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFF_4wIsQc9sqLP-7sdQvhUQxJd1y_l1aWjO9Yfa5qfbvqtqQ8mT3pjhyJ01HVGPfAsGvoKatvXuzyRJnT5ts96kQNggiNnwmr4GEZ1kqv2P6Ioj6rUa7RbiS11nA6oPiynXZYfWz5QRH3/s320/Nomadland-trailer-new-700x300.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p align="LEFT" lang="it-IT"><span>L'innarestabile
ascesa di Nomadland, con tutta probabilità, porterà la regista
cinese C.Zhao a conquistare l'ambitissimo riconoscimento nella
prossima cerimonia degli Oscar 2021; coronando una carriera che a
soli 39 anni e tre lungometraggi, l'ha imposta all'attenzione
mondiale. Dopo il fortunato esordio di <b>Songs My Brothers Taught Me</b>
(2015)presentato al Sundance festival e a Cannes; ottiene con il
successivo <b>The Rider</b> (2017) di cui è sceneggiatrice,
regista, coproduttrice e montatrice; i significativi riconoscimenti
<b>ISA</b>, nell'ambito del cinema indipendente. Nel 2020 scrive,
gira, coproduce e monta <b>Nomadland</b> che gli vale il pieno
riconoscimento internazionale vincendo il Leone d'oro a Venezia, i
recenti Golden Globe per miglior regia, miglior film drama, e una
sfilza di altri prestigiosi riconoscimenti. Ispirato dal libro
inchiesta omonimo di <b>Jessica Brudel</b>, il film esplora il
fenomeno di una parte crescente di americani, che per la crisi
economica culminata nella grande recessione del primo decennio del
2000, e in una situazione crescente di disoccupazione in nulla tutelata dall'assenza di welfare e assistenza sanitaria; non riesce
ad accedere alle condizioni minime, necessarie per una sopravvivenza
decorosa. Una umanità trasversale per età, provenienza sociale e
culturale, che si trova ad accettare-prevalentemente per
necessità- (anche se il film via via, sembra sposare la tesi di una scelta alternativa e libertaria utile a reinventare i valori
fondanti del vivere )lavori stagionali che
implicano un'esistenza nomade. Stazionando in parcheggi- comunità per camperisti, che si susseguono a partire dalle spettrali lande del Nevada fino al caldo desertico degli stati del sud. Questo lo sfondo in cui si muove Fern, la protagonista: interpretata da <b>Frances Mc
Dormand</b>. Sola, dopo la morte del marito e l’abbandono del villaggio aziendale dove abitava, dovuto alla chiusura
della fabbrica di Empire nel Nevada: la vediamo raccogliere i pochi
oggetti, che hanno il valore di racchiudere la sua vita vissuta fino
a quel momento, e trasformare un piccolo van adibendolo a nuova casa su ruote, che
ribattezza “A<i>van</i>guardia”. Inizia così il suo percorso on the road, in cerca
di qualunque lavoro possa garantirle la sopravvivenza. Nella
prima esperienza presso un camperForce allestito da Amazon in periodo natalizio; scopriamo tanti, che similmente a lei hanno perso il lavoro e si sono ritrovati con una pensione tale da non poter s</span><span>ostenere il fitto di una casa stabile o pagare le spese
dell'assistenza sanitaria. Attraverso gli incontri con </span><span>Linda May, Swankie, e Dave (</span><b>David Strathairn</b><span>), veri lavoratori nomadi (ad eccezione di </span><b>Strathairn</b><span> )con </span><span> i quali condivide la perdita di uno status di precedente certezza economica e sociale; Fern stringe rapporti di solidarietà e sostegno reciproco</span><span>. Nell'approccio in parte documentaristico con i reali protagonisti, la
regista filma la realtà mutuata dal saggio della Bruder, innestandovi la finzione del personaggio di Fern con il suo percorso
emotivo ed esistenziale. I due aspetti: realtà e finzione, se si
avvalgono e sostanziano della ottima performance della McD. mostrano
dall'altro, i limiti imposti da una convivenza che non è del tutto
riuscita. La regia della Zhao viene edulcorata e piegata
artificiosamente alla sceneggiatura, dalle esigenze di una
messinscena dallo stile rarefatto e forse per questo, un po'
artificioso oltre che spesso, inutilmente sottolineato dalle musiche di
</span><b>L.Einaudi</b><span>. Esibisce la predilezione (ricorrente in tutta la
filmografia precedente), per gli spazi aperti e naturali
opportunamente fotografati, e qui utilizzati per ammantare con la
filigrana della poesia, il dolore e la durezza del contesto sociale dal quale pure ha origine, quello raccontato dalle esperienze dei protagonisti. Una tale visione d'insieme, vanifica però la
scrittura dei personaggi, rappresentati in modo fin troppo asciutto e
frammentario, per via dei pochissimi dialoghi che ne limitano la
potenzialità drammaturgica. Spesso, questi si limitano ad un mero scambio
di battute: poche informazioni utilizzate in funzione della costruzione del
personaggio di Fern che resta il focus principale del film. La scelta di casting
della McD, tra l'altro, offusca e schiaccia con la sua valenza di
</span><i>star,</i><span> la credibilità delle istanze nobilmente spirituali che
animano sia la scrittura del suo personaggio che del film in sé. Tutto sembra mantenere in precario equilibrio, sia una certa ambiguità d'intenti che di toni. Interessante la figura
del guru </span><b>Bob Wells; </b>reale<b> </b><span>punto di riferimento della comunità dei
workcampers americani ma che, purtroppo, non viene approfondita quanto
avrebbe meritato. In una intervista, C.Zhao ha dichiarato che la sua
intenzione non era quella di fare un film politico, ma di essere
interessata solo al percorso interiore dei personaggi. Coerentemente quindi, il perché Fern sia così riluttante all'accettazione di uno stile di vita
convenzionale e stabile, sembra solo suggerirlo una battuta della sorella
Dolly, che riferendosi alla sua eccentricità sin da bambina dice:
“per te, quello che era fuori era sempre più bello di quello che
avevi”. Ed anche durante il pranzo di Ringraziamento con la famiglia di
Dave, che gli propone una possibile solidale convivenza, Fern
confermerà la sua scelta con un rifiuto. Ritornerà subito dopo ad Empire,
nell'appartamento fantasma dell'inizio. Rielaborerà a
suo modo il lutto, sancendo da un lato la “non appartenza” a
qualunque luogo fisico possa limitarla, tracciandone i confini. E
creando dall'altro, il ricordo indelebile e vitale di una </span><i>casa
dell'anima</i><span>, quella che porterà con sé per sempre e nuovamente, sulla
strada. Di certo, quanto quest’ultima sia </span><i>in direzione ostinata e
contraria</i><span>, non è dato saperlo.</span></p>
<p align="LEFT" lang="it-IT"><span style="font-size: medium;"><br /></span><br />
</p>Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-21555515943889749232021-02-10T18:55:00.001+01:002021-02-10T18:55:37.108+01:00 NOTIZIE DAL MONDO( News of the World 2020)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVt1iWrqjtzpkgLpwAbLRNhzzELd4d2Sb_fx2R-LAAs9aNxkbKEJYhjbwX0RUmAKzzI3PA46CyOw1X0HJFE_yLZ2f5X5V2gseY8yjoC4OC033cQardIlilRRWB1DUfh2ueybKWooUBvRgf/s660/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="660" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVt1iWrqjtzpkgLpwAbLRNhzzELd4d2Sb_fx2R-LAAs9aNxkbKEJYhjbwX0RUmAKzzI3PA46CyOw1X0HJFE_yLZ2f5X5V2gseY8yjoC4OC033cQardIlilRRWB1DUfh2ueybKWooUBvRgf/s320/download.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-size: x-small;"><b> Il
western tenero e gentile di Hanks e dell'astro nascente H.Zengel.
</b></span>
</p>
<p>
</p>
<p><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US"><b>Regia</b></span></span><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">:Paul
Greengrass</span></span></p>
<p><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US"><b>Attori</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">:</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/tom-hanks/43339/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Tom
Hanks</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/helena-zengel/272803/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Helena
Zengel</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/elizabeth-marvel/191705/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Elizabeth
Marvel</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/mare-winningham/111491/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Mare
Winningham</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/neil-sandilands/252792/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Neil
Sandilands</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/chukwudi-iwuji/234550/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Chukwudi
Iwuji</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/thomas-francis-murphy/250188/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Thomas
Francis Murphy</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">,</span></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><a class="western" href="https://www.comingsoon.it/personaggi/fred-hechinger/257219/biografia/"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">Fred
Hechinger</span></span></span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="en-US">
</span></span></span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><b>Sceneggiatura:</b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;">
Paul Greengrass </span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><b>Fotografia</b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;">:Dariusz
Wolski </span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><b>Montaggio:</b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;">William
Goldenberg </span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><b>Musiche:</b></span></span><span style="color: navy;"><span lang="zxx"><span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><span style="text-decoration: none;">
James Newton Howard</span></span></span></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;"><b>Netflix</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: x-small;"><b> </b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;">Tratto
dal romanzo di Paulette Jiles del 2016, "News”; sbarca su
Netflix bypassando la sala causa Covid, l'ultimo film di Greengrass,
che torna a dirigere T. Hanks dopo l'adrenalinico </span><span style="font-size: x-small;"><b>Captain
Phillips </b></span><span style="font-size: x-small;">del</span><span style="font-size: x-small;"><b>
</b></span><span style="font-size: x-small;">2013</span><span style="font-size: x-small;"><b>.</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;">Nel
1870 il veterano confederato, capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks),
gira tra le città degli stati del sud ancora segnate dalle
conseguenze del conflitto: raccontando di città in città, storie
selezionate dalle notizie dei quotidiani che porta con sé.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;">In
cambio di pochi spiccioli, legge e coinvolge con storie di coraggio,
progresso e violenza, calibrate sull'umore dell'umanità che muta
ogni sera e in ogni città, ma regalando attraverso la sua oratoria,
sempre un motivo di speranza e riconciliazione nel futuro. Nella sua
peregrinazione s'imbatterà in una ragazzina di 10 anni figlia di
coloni tedeschi trucidati dalla tribù Kiowa e poi da da loro
cresciuta fino alla liberazione, sei anni dopo. La scorta militare
che la riaccompagnava dagli unici parenti che le restano, è un uomo
di colore impiccato ad un albero con una nota razzista appuntata sul
corpo. La piccola “Cicada” nome Kiowa, nel quale si riconosce la
piccola Johanna Lionberger, è sola. Ancora una volta privata di una
famiglia, ed estranea ad un mondo di cui non comprende neanche la
lingua. Dopo il rifiuto delle autorità militari locali di
accompagnarla dagli zii, Kidd si assume in prima persona il compito
di riportarla dai parenti. Inizia così il viaggio di due anime
ferite che stentano a comprendersi con le parole più che con gli
sguardi. Il capitano Kidd attraverso il racconto di notizie
“altrui”, ricaccia la possibilità di confronto con i suoi demoni
interiori. Facendo intuire però attraverso la forte
interiorizzazione del personaggio gli orrori visti e perpetrati e le
probabili motivazioni che lo tengono lontano dalla moglie. Malgrado
la sceneggiatura renda prevedibile la fine del viaggio tra i due
protagonisti, e pur nel solco di un genere così ricco di storia come
è il western classico, la regia riesce grazie alla performance dei
due personaggi a staccarsi dai limiti angusti in cui avrebbero potuto
soffocare, dando al film una rilettura fresca e commovente.
Essenziale la fotografia di Wolski messa a servizio della regia: che
spazia dai chiaroscuri drammatici e veristi degli interni illuminati
solo dalle luci di candele, agli spazi immensi e desolati delle
pianure del Texas, in un crescendo di contrasti che fanno da sfondo
alla crescita del rapporto tra i due protagonisti. L'azione rivendica
il suo ruolo nel dispiego della vicenda quando a Dallas, Kidd dovrà
affrontare il tentativo di rapimento di Johanna/Cicada da alcuni
trafficanti dediti allo sfruttamento della prostituzione minorile.
Durante una fuga precipitosa tra le montagne subiranno la perdita del
carro e dei cavalli. E parimenti il rapporto diverrà sempre più
solidale ed intenso, con il tentativo reciproco d'imparare le
rispettive lingue. Johanna riesce a comunicare a Kidd, attraverso la
cultura Kiowa, la necessità di affrontare il viaggio in maniera
lineare, senza deroghe. Intendendo che il dolore per il proprio
passato va attraversato e affrontato per poter proseguire. E sarà
così per entrambi. Dopo aver incrociato a piedi,in pieno deserto,
una tribù di indiani, Johanna avrà uno dei pochissimi momenti di
cedimento emotivo urlando la sua disperazione e pregandoli di
riprenderla con loro, mentre incombe una memorabile tempesta di
sabbia che rischierà di dividerli per sempre. Dopo averla
miracolosamente superata, si ritroveranno verso la tappa finale del
loro percorso... Per quanto la violenza sia ovunque, come dice Kidd,
in parte, a causa dei "coloni che uccidono gli indiani per la
loro terra e gli indiani uccidono i coloni per averla presa: “la
guerra è finita. Dobbiamo smettere di combattere prima o poi".
In queste parole si condensa il dramma di una nazione e del suo
protagonista; anche se il film mantiene sapientemente il focus principalmente su di loro, mettendo i temi sociali del periodo, sempre
sullo sfondo. L'interpretazione di Hanks insieme alla straordinaria
Helena Zengel va sottolineata, perché resa da quest'ultima, quasi
esclusivamente in assenza di dialogo. Le performances di entrambi
costituiscono determinandolo, il valore aggiunto del film. </span><span style="font-size: 10pt;">Un
western che racconta i giorni di una nazione che cerca di rimettere
insieme i pezzi, dopo una frattura devastante con le difficoltà per
la pace che derivano dal rifiuto di chi combatte ancora contro sé
stessa e non trovando facilmente una via per la guarigione per le
continue sollecitazioni imposte a cicatrici difficili da
rimarginare. Tutto ciò non può eludere richiami ad un commento sulla
situazione odierna dell'America. In questo senso speriamo che
messaggio di riconciliazione che permea i due protagonisti, arrivi
con opportuno tempismo, a chi avrà voglia di raccoglierlo con la
visione.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;">Da
Vedere</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-39151544998097803422020-01-20T17:24:00.000+01:002020-01-20T17:24:36.785+01:00L'Amore<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiseZUgbwYTkFbsCwToucrNTzpj1u_KHbvm4x_pGIvdKgoEgZuSw6IyAUYJzbhDilNFQucMzCPNEFo7z3aVCglrSAhxJm17am797CvR5g8sTzbrWbsb-WilLpYxcbfg-WTKSj9U6OJftCm9/s1600/Amore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="930" data-original-width="1024" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiseZUgbwYTkFbsCwToucrNTzpj1u_KHbvm4x_pGIvdKgoEgZuSw6IyAUYJzbhDilNFQucMzCPNEFo7z3aVCglrSAhxJm17am797CvR5g8sTzbrWbsb-WilLpYxcbfg-WTKSj9U6OJftCm9/s320/Amore.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Giovane
amico se ami per la prima volta,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>questo
è miracolo della vita.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Entra
nel sogno con gli occhi aperti e vivilo con amore fermo.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Il
sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Ama
la tua donna senza chiedere altro all'infuori</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>dell'eterna
domanda che fa tremare di nostalgia i vecchi cuori.<br />Ma ricordati
che più ti amerà e meno te lo saprà dire.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Guardala
negli occhi affinché l'anima tremi</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>e
le veli di una lacrima la pupilla chiara.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Stringile
la mano affinché le dita si svincolino</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>con
il disperato desiderio di riunirsi ancora,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>e
le mani e gli occhi dicano sicure promesse del vostro domani.<br />Ma
ricorda ancora che se i corpi si riflettono negli occhi,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>le
anime si vedono nelle sventure:</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Non
sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiede.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Non
crederti superiore, poiché solo la vita</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>dirà
la vostra diversa ventura.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>Non
imporre la tua volontà a parole ma soltanto con l'esempio;</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>ed
anche questa sposa tua compagna</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>di
quell'ignoto cammino che è la vita,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>amala
e difendila poiché domani ti potrà essere di rifugio.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>E
sii sincero giovane amico: se l'amore sarà forte</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>ogni
destino vi farà sorridere.<br />Amala come il sole che invochi al
mattino,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>rispettala
come un fiore che attende la luce del mattino,</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>sii
questo per lei e, poiché questo lei deve essere per te</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>ringrazia
Dio che ti ha concesso la grazia più luminosa della vita.</i></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; line-height: 0.64cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;">
<span style="color: #666666;"><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: x-small;"><i>(S.
Agostino)</i></span></span></span></div>
<br />Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-15433327285650403232019-08-30T16:38:00.000+02:002019-09-01T15:42:10.370+02:00Il tentativo di spiegare il male: l’esperimento Milgram.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Il male che abita dentro ognuno di noi, i meccanismi che ne gestiscono la quiescenza, i problemi etici e filosofici che interrogano da sempre l’uomo: oggi, molte domande vivono e si ripropongono con una urgente attualità. Qualcuno in tempi non lontanissimi, tentò anche di dare qualche risposta.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbABE1p76KVTT971fcB2dsNGpj_tvayGyuXrLyHsQAgQ3Hy0F528AlRI883e8GY-xB4igMMmwi7Ul-UcZTbOT2volkQRdujztvVjESngjAXKTnLbDH_-LSy7ghWv_zIqNeHrDQlsUc3lJI/s1600/C8A7E887-6A6C-4653-8567-41742799C464.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="700" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbABE1p76KVTT971fcB2dsNGpj_tvayGyuXrLyHsQAgQ3Hy0F528AlRI883e8GY-xB4igMMmwi7Ul-UcZTbOT2volkQRdujztvVjESngjAXKTnLbDH_-LSy7ghWv_zIqNeHrDQlsUc3lJI/s320/C8A7E887-6A6C-4653-8567-41742799C464.jpeg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: 100%; box-sizing: inherit; caret-color: rgb(48, 48, 48); color: #303030; font-family: Karla, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.5em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
Negli anni ’60 l’Europa era ancora sotto l’effetto dello shock di cosa il regime nazista era stato capace di fare. La condanna per i campi di sterminio e i genocidi razziali era stata unanime da tutto il mondo, ma dietro a quella c’era una domanda che ci si poneva sempre più spesso, soprattutto alla luce dei processi che stavano avendo luogo contro le gerarchie dell’esercito tedesco: com’è possibile che un’intera organizzazione militare, rappresentante per esteso di un intero popolo, era stata capace di atti di tale disumanità? È possibile che tutti fossero complici nel più grave episodio di annullamento dei diritti umani della storia dell’uomo? Domande che necessitavano una spiegazione.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: 100%; box-sizing: inherit; caret-color: rgb(48, 48, 48); color: #303030; font-family: Karla, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.5em; text-align: justify;">
Lo psicologo Stanley Milgram dell’Università di Yale ebbe un’idea molto pratica, che poteva dare la risposta alle domande che tutto il mondo, in quegli anni, si stava ponendo. Dal momento che la difesa più comune delle gerarchie naziste nei processi a loro carico risiedeva nel fatto che stessero solo “eseguendo degli ordini”, la domanda alla fine si traduceva in un’altra, strettamente collegata: è sufficiente che un’autorità esterna ci ordini di fare qualcosa, per renderci capaci di atti disumani? È sufficiente il senso di deresponsabilizzazione dovuto alla presenza di un’altra persona al comando a trasformarci in dei mostri? Era su questo che il celebre esperimento di Milgram voleva far luce...</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: 100%; box-sizing: inherit; caret-color: rgb(48, 48, 48); color: #303030; font-family: Karla, sans-serif; font-size: 18px; margin-bottom: 1.5em; text-align: justify;">
Continua qui:<a href="https://tinyurl.com/y46meozd">https://tinyurl.com/y46meozd</a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br class="Apple-interchange-newline" style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: start;" /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Dal sito www.auralcrave.com di Carlo Affatigato</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-81301682729509816642019-07-08T21:00:00.000+02:002019-07-08T21:00:11.486+02:00HATERS<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyJxKwESH0j1LarYHv3fkO8KJZFrwVpaDQT22OkGMDFivMmypfgLsQLYf2jAhyphenhyphenrPBEPwrd6KEmdciXlQhM02JGNGegIolOQki3fMyI65_F2iqz6cCjA6VH29dvz4q4eo2PZcJy-7ueSUA0/s1600/MinoMaccari.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="423" data-original-width="600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyJxKwESH0j1LarYHv3fkO8KJZFrwVpaDQT22OkGMDFivMmypfgLsQLYf2jAhyphenhyphenrPBEPwrd6KEmdciXlQhM02JGNGegIolOQki3fMyI65_F2iqz6cCjA6VH29dvz4q4eo2PZcJy-7ueSUA0/s320/MinoMaccari.jpg" width="320" /></a></div>
“Odiatori, nella vita come nella Rete. L’ondata di cattivismo
che sta infestando il dibattito pubblico rischia di sovvertire
millenni di etica, con i samaritani del 2000 disprezzati, accusati di
salvare vite e occuparsi dei fragili, come fosse una colpa anziché
ciò che ci fa uomini. Rigurgiti odierni di “aporofobia”
(disgusto verso i poveri), fenomeno mai visto prima…<br />Ho
finito le guance. Ho già porto anche l’altra, non ne ho più;
ormai è uno stato di isteria, una malattia effettiva e affettiva.
Rabbia e paura ci hanno drogato, ci hanno alterato quasi
chimicamente, fino alla patologia. L’odio nasce da un
cortocircuito, avvenuto per poter scaricare una rabbia che è stata
preparata accuratamente.<br />Credevamo di avere gli anticorpi contro
tutto questo, che gli errori del passato ci avessero resi
irrimediabilmente migliori. Invece assistiamo al trionfo della
ci/viltà, l’anonimato è la forza con cui si esprime oggi chi
odia: ti insulto tanto io non so chi sei e tu non sai chi sono io. È
la ci/viltà dei social, dei media, la viltà da dietro un vetro.
Come ha scritto Zamagni su Avvenire, il potere ha paura dei solidali,
colpevoli di trovare soluzioni che toglierebbero il dominio alla
nuova economia. Allora avalla questo delirio di impotenza, questa
fame di diffamare… Mi dai l’inimicizia su Facebook?<br />
Così ci si assuefà a tutto e può anche accadere, a Manduria per
esempio, che un anziano debole sia seviziato per mesi da baby bulli,
fino alla morte, nel silenzio osceno di tutti. L’anonimo è vile
perché è forte della debolezza altrui, macchia la tela bianca e sa
che la tela non potrà rispondere. La povertà è invisibilità, se
la si vede la nascondiamo, inchiodiamo i ferri sulle panchine per non
far sedere i mendicanti, per non farli ri/posare. I Comuni dicono ci
pensi lo Stato, ma lo Stato è confusionale e allora chi ci pensa è
il terzo settore, il volontariato, quello odiato, che però è
all’elemosina, perché il potere non si può permettere un’economia
sociale… E allora tocca per esempio all’Elemosiniere ridare non
solo quella luce (una vera Illuminazione) che non nasconde più nel
buio il bisogno, il disagio e la vita, ridando altra energia a quelli
a cui l’abbiamo tolta da troppo tempo e che dobbiamo difendere con
ogni costo a tutti i costi per non continuare a vergognarci.<br />
Chi esprime tenerezza diventa quasi un nemico, mai nel passato la
Croce Rossa o Medici senza Frontiere o la Caritas erano stati
insultati in quanto umanitari… Ci vuole un cambio di frequenza che
muova da dentro, da dove parte la tua idea di vergogna: quando parlo
di diritti non regge più la sola Costituzione, manca una sana
costituzione interiore. I partiti hanno creato questo momento
storico, hanno acceso il fuoco perché potesse bruciare, perché si
calpestasse il pane purché non andasse ai rom: quando arrivi a
questo è già tardi, bisogna agire nelle scuole, raccontare lì il
tema della paura che nasce da una mancanza d’amore, e raccontare il
mistero degli Interni, il mistero della Giustizia, il mistero della
Salute, il mistero dell’Istruzione. La libertà di parola quali
condizionamenti può avere? Davvero ognuno può scrivere tutto?
Ognuno può offendere? C’è una sproporzione umana che chiede una
condizione di sovrumanità, altro che sovranismo! E poi perché
vogliono depotenziare la storia a scuola? Questo è lavorare
sull’annientamento della memoria, renderci poveri, sì, ma di idee,
il potere è malato, teme gli spiriti liberi della solidarietà,
perché dimostrano che la povertà può diventare ricchezza. In
questo momento c’è un Dna del buio.<br />
Cosa possiamo fare, allora? Cambiare il linguaggio, gridare la
tenerezza e la compassione, urlare nei teatri, sui libri, ovunque,
contro questa cultura in vitro – il vetro della tivù e dei
computer – che non la tocchi e non la annusi, che non ha sensi. Ma
c’è una nuda verità che viene prima: essere o essere? Questo mi
interessa. Attenzione, il volontariato verso i bisognosi esiste,
anche a Bologna ne vedo tanto, ma oggi occorre indossare questa
povertà, abitarla, sentirla con un settimo senso, ecco il cambio di
frequenza che tocca a noi, non ci sta più solo la denuncia e la
manifestazione. C’è un fare l’impossibile e un fare
l’impassibile, io devo fare il mio volontariato quotidiano che è
lo sguardo, il non avere paura d’avvicinarmi. Il mercato ci ha
detto cosa dobbiamo avere per mantenere il nostro benessere e il suo
benestare, senza cadere mai sotto la famosa soglia della povertà…
Invece no, dobbiamo attraversarla avanti e indietro questa soglia,
ognuno come può, lavorare sulla nostra santità, altra parola che fa
tanta paura. Invertiamo la rotta, mettiamocela addosso questa
santità, per combattere il morbo dell’aporofobia c’è bisogno di
uno scatto, un moto a luogo, altrimenti poveri… noi.<br />
Di che cosa si accusa il povero? Mai visto nella storia un
accanimento come oggi. Il povero… non ti ha fatto assolutamente
nulla. Semplicemente ti accanisci contro questa condizione inerme e
sai che non reagirà. E siamo pure arrabbiati perché stiamo male, a
differenza di chi sta male: quello che vive sotto i ponti dà
fastidio a noi. Penso ai cartoni animati , quelli dei clochard, con
dentro degli uomini… Bisognerebbe aprire l’era del risarcimento
per togliere l’in/fame nel mondo e restituire il maltolto, invece
su questa gente si consuma la fame di fama che ci vede potenti sui
social, dove li disprezziamo e così siamo forti. Pensare che social
con una “e” in più diventa sociale, cioè terzo settore, pietà,
condivisione. Invece il social è vedo e colpisco. I nativi digitali
moriranno tra atroci divertimenti, dipendenti dalla Rete non
conoscono la concezione tattile, olfattiva, umana dell’altro, è
questo il sacrilegio che vedo. Io auspico il cambio di frequenza dal
basso all’altro, e non lo lascio solo alle religioni, tutti noi
abbiamo una parte divina che non ci è permesso esercitare: siamo
stati lavorati sulla stanchezza, sottomessi a spauracchi con mezzi di
distrazione di massa. Liberiamo i nostri figli dalla paura!
Diciamogli che la persona disagiata è chi guarda, non chi è nel
disagio. Che il cibo è spazzatura, ma per molti la spazzatura è il
cibo. Liberiamoci dal conflitto di disinteresse. Il cambio dev’essere
esistenziale, non di partito: portiamolo nelle scuole, è lì il vero
Parlamento.”<br />
<br />
Alessandro Bergonzoni (da L'Avvenire del 19-3-2019)<br />
<br />Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-75931193560741876152019-06-26T13:18:00.001+02:002019-06-26T13:20:45.573+02:00Piccolo Schermo d'antan: A come Andromeda.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4sDTbDOp58LA17b2_7x_2JlS1Jr2OQ2GJf6ubeSR-a9r-8eakKhqBXet659s2GyoZ1zNEzz6xm6Ih5I7z63dpa4Dp7im-OPk_-2duCBOj2njJ4GpcxSM1g-B30lR4FSNYRtbpnRHWGjL5/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="186" data-original-width="271" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4sDTbDOp58LA17b2_7x_2JlS1Jr2OQ2GJf6ubeSR-a9r-8eakKhqBXet659s2GyoZ1zNEzz6xm6Ih5I7z63dpa4Dp7im-OPk_-2duCBOj2njJ4GpcxSM1g-B30lR4FSNYRtbpnRHWGjL5/s200/1.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga5uIocQF8VJdRi3yOzHQvg3Ftradnbh-UZpKppS0Z5ifqBydBtkwhI7aX0eyFOAtXwz42AcOvJOY4xXmYb2NODfIm-PSPm6gLze-i0PKRw_IiemAXd5jpITxbv6knivaRAThuqrRBLN5v/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="226" data-original-width="223" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga5uIocQF8VJdRi3yOzHQvg3Ftradnbh-UZpKppS0Z5ifqBydBtkwhI7aX0eyFOAtXwz42AcOvJOY4xXmYb2NODfIm-PSPm6gLze-i0PKRw_IiemAXd5jpITxbv6knivaRAThuqrRBLN5v/s200/2.jpg" width="197" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipF7qT07dMBhcqu1s_8RHxwQs_N4k6VVW8abHY67xNU_DjU0S4Zpun7T2yXTky1lij_bVdUvollmq1NuX3KKRNPE63ypdldsMRaPZuTa_vDPtPulL9LTdvWyEC_BIv7pHi_8So9pZoAikJ/s1600/a-come-andromeda-patty-pravo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="470" data-original-width="591" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipF7qT07dMBhcqu1s_8RHxwQs_N4k6VVW8abHY67xNU_DjU0S4Zpun7T2yXTky1lij_bVdUvollmq1NuX3KKRNPE63ypdldsMRaPZuTa_vDPtPulL9LTdvWyEC_BIv7pHi_8So9pZoAikJ/s200/a-come-andromeda-patty-pravo.png" width="200" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<h1>
</h1>
<h1 align="CENTER">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">L'esordio
della fantascienza nella serialità televisiva degli anni 70:</span></span></h1>
<h1 align="CENTER">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">-A
come Andromeda- un'aliena in tv.</span></span></h1>
<div align="LEFT">
<br /></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Nella televisione degli anni
70 che seguì quella più didattica dei grandi classici letterari
trasmessi negli anni 60 adattati in forma di “sceneggiato”,si
aprirono nuovi spazi ed opportunità nella programmazione. Queste
produzioni seppero cogliere i mutamenti culturali della società
determinando nuovi orientamenti nei gusti del pubblico televisivo,e
creando nel contempo nuove aspettative. Il momento sembrò propizio a
poter sperimentare. E così si fece, nelle forme e nei contenuti,
producendo adattamenti di generi ben lontani da quelli fino ad allora
proposti. Dopo il primo grande successo, conseguito da il Segno del
Comando che inaspettatamente, aveva sdoganato il soprannaturale
presso il grande pubblico, il momento sembrò favorevole ad un
ulteriore azzardo per i palinsesti dell'epoca. La fantascienza sbarcò
sul piccolo schermo con lo sceneggiato A come Andromeda. In realtà,
lo sceneggiato fu il remake di un telefilm della BBC inglese
interpretato qualche anno prima da una sconosciuta Julie Christie. In
Italia si affidò la realizzazione dell'adattamento televisivo alla
solida competenza di traduttore e scrittore sci-fi di Inisero
Cremaschi. La regia fu di Vittorio Cottafavi, la cui figura di autore
cinematografico era stata assai apprezzata e valorizzata in Francia,
dai Cahiers du Cinema.</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span lang="it-IT">Cottafavi
per sensibilità ai temi e alle implicazioni etico filosofiche,
sollecitate dalla storia, che appartenevano alla sua formazione
letterario-filosofica, fu l’uomo giusto al momento giusto. La
vicenda prende le mosse dalla decrittazione del segnale captato da un
potente telescopio da poco inaugurato in Inghilterra, e proveniente
dalla lontana galassia M31. Il segnale si rivelerà essere un
messaggio,che il brillante fisico J.Fleming riuscirà a tradurre
dall'originale forma binario-matematica. Questo darà modo al suo
team di scienziati di costruire un sofisticato (per i tempi)
calcolatore elettronico, che eseguirà le indicazioni dettate della
misteriosa entità aliena. La costruzione del calcolatore elettronico
smuoverà gli interessi della fantomatica INTEL organizzazione
spionistica che intreccerà i suoi interessi con quelli delle
organizzazioni militari e governative angloamericane. “La macchina”
dopo aver ucciso la dott. </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Christine
Flemstd</span></span></span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span lang="it-IT">
nell' incauto tentativo di procurarsi tutti i dati possibili sulla
razza umana; riesce con l'appoggio della biologa </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Madaleine
Danway a replicare una creatura vivente, Andromeda, che ha le
fattezze della defunta Christine. Ma quali sono i fini dell'entità
aliena ora che si è dotata di un “tramite” in carne e ossa?
Attorno alla glaciale e diafana Andromeda(in origine interpretata
dall'icona pop Patty Pravo,poi sostituita dalla brava Nicoletta
Rizzi) si muovono sempre più, pressanti, gli interessi militari ed
economici di governi ed organizzazioni come la INTEL. Intanto la
giovane spia governativa Judy Adamson, ha il compito di monitorare
il progetto di un farmaco realizzato dal calcolatore con il supporto
di Andromeda e proteggere J.Fleming dalle insidie della INTEL.
Quest'ultimo però è combattuto dalla crescente volontà di
abbandonare il progetto verso il quale nutre sempre più dubbi. Judy
cedendo ai sentimenti, finirà per innamorarsene. Andromeda
inizialmente dominata dalla parte razionale legata alla natura del
rapporto simbiotico con il calcolatore, contaminerà la sua natura
originaria di fredda esecutrice, stando a contatto con i sentimenti e
l'imperfezione della natura umana. Anch'essa si lascerà coinvolgere
da Fleming, che in realtà è interessato a lei principalmente per
scoprire gli scopi del calcolatore e ostacolarne i subdoli
intendimenti. I mille dubbi che finalmente avevano creato una breccia
nell'iniziale entusiasmo della biologa Danway, trovano una prima
risposta proprio nell'avvelenamento di quest'ultima da parte del
calcolatore, che ha elaborato un virus spacciato per antidoto capace
di curarla dopo una malattia che lui stesso le aveva procurato.
Fleming non ha più dubbi: dopo un drammatico e tenero colloquio con
Andromeda con l'aiuto di Judy, di un membro compiacente del governo,
e sopratutto della stessa Andromeda; fa a quest'ultima un ultima e
definitiva richiesta: dovrà introdursi nella stanza del calcolatore
e distruggerlo insieme alla copia dei dati che sono serviti per
costruirlo. La ragazza eseguirà quanto chiesto da Fleming e pagherà
sacrificando con il suicidio la sua vita, quella che sente ormai come
inutile. Le ultime parole che Fleming rivolge al suo cadavere,
sembrano essere un monito a noi umani:” Abbiamo creato la vita ma
non abbiamo saputo dargli la volontà di vivere”. </span></span></span></span>
<br />
<br />
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span lang="it-IT">Lo
sceneggiato conserva ancora oggi un indubbio fascino che gli deriva
dall'accattivante messa in scena e dalla fotografia in bianco e nero
che ha saputo ben rendere le atmosfere brumose misteriose e ambigue
della Scozia, ricreate nella Sardegna tra capo Caccia e la Gallura.
Lo sceneggiato fu tra i primi a servirsi delle riprese in esterni. Il
lavoro egregio di Cremaschi e Cottafavi fu supportato da un cast in
stato di grazia a cominciare da Luigi Vannucchi , Nicoletta Rizzi,
Paola Pitagora,Tino Carraro, Gabriella Giacobbe, Franco Volpi.
Soprattutto per quel che riguarda i personaggi femminili si nota un
bel lavoro di scrittura ed approfondimento psicologico che sembra
riscattare un po' tutti gli stereotipi di genere che ne limitavano le
possibili declinazioni espressive e narrative. Giovandosi in questo,
del clima culturale degli anni 70 che consentiva sicuramente una
maggiore libertà espressiva alla scrittura dei personaggi. Percorso
da interrogativi etico -filosofici ancora attualissimi, che ancorché
propri del genere sono anche quelli insiti da sempre nella natura
umana. Il lavoro mette in scena e misura la distanza </span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 11pt;"><span lang="it-IT">ottusa
tra scienza e militari, ci parla del prezzo da pagare per il
progresso della conoscenza, di bioetica, come nella tormentata e
ribelle figura di Fleming e della biologa Danway. Mostra la
struggente parabola di Andromeda creatura con forma umana e natura
aliena che si sacrificherà per l'impossibilità di una scelta
identitaria. Cottafavi orchestra con autenticità dosando
sapientemente gli spunti di una riflessione profonda sull'avventura
umana, confezionata in maniera non paludata e che sa parlare al
pubblico popolare,nell'accezione più nobile del termine. Il finale
mostra ancora una volta il genere umano che rimane solo nell'universo
con le sue paure e il suo egoismo. Grande successo all'epoca e grande
nostalgia oggi, per un prodotto così intelligentemente curato, da
resistere al tempo, intatto nel suo appeal.</span></span></span></span><br />
<br />Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-64525301486586722132019-04-28T00:41:00.000+02:002019-06-04T21:17:12.596+02:00Stan & Ollie: un'amicizia irresistibile.<br />
<div align="LEFT" class="western" lang="it-IT" style="background: transparent; line-height: 108%; margin-left: 0.18cm; margin-top: 0.41cm;">
<span style="font-family: "arial" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">Sceneggiatura
di Jeff Pope, regia di Jon S.Baird.</span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilS76erRVnqJZLKwbgR7MsFUyHV4aWyMhL5Lk70TRkz6inmYkYVGVtmvugxmp0vtzT4ez2ekIG6itQxQsR6PdVa60X5Y180EQY2gkCAj8uv3Yp5A4hPPrxZJ58KnRt1vQFQe2I8kePOX6D/s1600/uk.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="450" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilS76erRVnqJZLKwbgR7MsFUyHV4aWyMhL5Lk70TRkz6inmYkYVGVtmvugxmp0vtzT4ez2ekIG6itQxQsR6PdVa60X5Y180EQY2gkCAj8uv3Yp5A4hPPrxZJ58KnRt1vQFQe2I8kePOX6D/s320/uk.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="LEFT" class="western" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 108%; margin-left: 0.18cm; margin-top: 0.41cm;">
<span lang="it-IT" style="background-color: transparent;">Il tenero e nostalgico biopic dedicato alla più
grande coppia comica della storia del cinema, si apre con un lungo
piano sequenza, che fornisce fin dalle prime battute le chiavi delle
coordinate entro le quali si muove la messinscena di un segmento
particolare della gloriosa avventura professionale della coppia. Senza mai distogliere il focus da quanto la quota
professionale della loro storia, fosse indissolubilmente intrecciata
alla vita personale e all'amicizia profonda che li unì.
Siamo nel 1937 i due geni dello slapstick sono all’apice della
fama: Stan lo smilzo e Oliver “Babe”, nell'evidenziare la loro
diversità, si mostrano al pubblico mondiale già fisiologicamente
destinati alla complementarietà: Stan lavoratore instancabile e
poliedrico è la mente che si batte fieramente per gestire e
tutelare tutti gli aspetti creativi, produttivi, ed economici, della
coppia; soprattutto contro gli interessi del viscido produttore Hal
Roch, che non gli riconosce una più consona collocazione artistica ed economica. Babe d'altro canto, tanto affabile quanto avventato, sperpera
con noncurante leggerezza il denaro guadagnato,in divorzi e
cavalli. All'orizzonte si profilano i segnali di una frattura
professionale che si concretizzerà quando Hardy, vincolato dal contratto con Roach, non seguirà Stan nel tentativo di affrancarsi
definitivamente dal produttore.Girerà invece, con un nuovo partner, il
film-Zenobia</span>- <span lang="it-IT" style="background-color: transparent;">con esiti deludenti. Dopo un salto temporale di sedici
anni, ed un deciso cambio d'atmosfera, li ritroviamo </span>nel 1953 <span lang="it-IT" style="background-color: transparent;">di nuovo insieme. Nel cono d'ombra di una parabola al declino, si
apprestano ad iniziare una tournée teatrale in Inghilterra,
fiduciosi che una rinnovata popolarità nel vecchio continente gli possa
garantire il finanziamento di un film -Robin Hood- vagheggiato come il
loro canto del cigno. Le mogli Lucille(</span><span style="color: black;"><span lang="it-IT"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Shirley
Henderson) </span></span></span><span lang="it-IT" style="background-color: transparent;">e Ida(Nina Arianda), </span><span lang="it-IT" style="background-color: transparent;">entrambe votate a
proteggerli da tutto e tutti, vengono tenute all'oscuro e aspettano di
raggiungerli dall'America in tempo per l'inizio delle riprese. La
realtà inglese si mostrerà subito ben diversa dalle aspettative.
In pensioni di second'ordine e teatri di provincia semivuoti, i due
gestiti dal cinico impresario Bernard Lafont(Rufus Jones) non
demordono; confidando nella professionalità
solidissima costruita negli anni. I teatri infatti, via via
torneranno a riempirsi; ma l'amicizia presenterà il conto alla
logica dello “show must go on” che aveva fagocitato la carriera fino a quel momento. La necessità di affrontare tradimenti e
diversità mai metabolizzate, si fa urgente, irrinunciabile. E' una
necessità intima, che attiene alla storia personale, all'amicizia
prima d'ogni altra cosa. I toni della commedia diventano
crepuscolari e toccanti; solo l'arrivo a Londra di Lucille Hardy e
Ida Laurel distoglie lo spettatore, per qualche momento, dalla deriva
quasi drammatica del film, offrendo siparietti arguti e sferzanti
nei dialoghi, come in un “doppio” femminile, speculare
alla comicità dei mariti. Le performance di John C.Reilly-Hardy e
Steve Coogan-Laurel sono strepitose nel riportare in scena la
leggerezza naturale delle gag, frutto di studiatissime e coordinate
tempistiche, e senza mai scadere nell'imitazione macchiettistica fine a
se stessa. Al di la della trasformazione fisica data dal trucco, entrambi regalano un ritratto inedito della coppia, restituendo
sfumature complesse delle loro personalità:soprattutto per lo Stan Laurel di
Coogan. La comicità di Oliver e Hardy cristallizza l'essenza senza tempo dello
splapstick: quella della semplicità fanciullesca. Senza trascurare lo
studio e l'osservazione, affinata negli anni, dei meccanismi fondanti
l'atto comico. Il meccanismo oliato della risata, che nasce dai giochi di
parole e il nonsense di Laurel, unito alla mimica fisica
straordinaria e complementare di entambi. Le scene più significative del
film: quella dell'ospedale in cui diventa chiarissima l'indissolubilità della coppia e quella conclusiva, del
balletto </span><span style="background-color: transparent; font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">“</span></span></span><span style="background-color: transparent; color: #0a0a0a;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Way
out West”,</span></span></span></span></span><span lang="it-IT" style="background-color: transparent;"> che
chiude la tournée segnando di fatto la fine della loro carriera, sono uno
struggente inno-omaggio alla nostalgia del sogno irripetibile di due
artisti unici. Il suggello musicale che ricompone la coppia del tempo
migliore, è un momento di autentica magia cinematografica. A tutto sopravvivrà il frutto di un'amicizia irresistibile.</span><br />
In
sala dal 1 maggio. Da non perdere</div>
<div align="LEFT" class="western" lang="it-IT" style="background: transparent; line-height: 108%; margin-left: 0.18cm; margin-top: 0.41cm;">
<br /></div>
<h2>
</h2>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-22783358610159566292019-04-06T17:45:00.000+02:002019-04-06T17:51:58.446+02:00Aquila- l'Evento.<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj18qZ2AAIkw5cLU-vP9zej_kfrlMBG4p4uGgg6thrE1FZ95GdUIYcyvRGDBnwMwj-uaozMtDFcQOEKV40xS0Jfm91jOtmbG0jL1gWUVFzn7PiMRUOfuxSPKDhi9GtivnSS2ZsdEe2VCGSj/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="318" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj18qZ2AAIkw5cLU-vP9zej_kfrlMBG4p4uGgg6thrE1FZ95GdUIYcyvRGDBnwMwj-uaozMtDFcQOEKV40xS0Jfm91jOtmbG0jL1gWUVFzn7PiMRUOfuxSPKDhi9GtivnSS2ZsdEe2VCGSj/s320/download.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><span style="font-style: normal;"><b>Aquila</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">Accade/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">che
si emigri.</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">E'
vuoto, che disgiunge bottone dall'asola/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">neppure/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">bacino
sicuro,alla tempesta di Dio.</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">Si
cercano, ovunque/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">febbrili/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">spunte
di odori senili,umidi fiati di latte.</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">Gioventù,
canuta dal vento/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">che
sorge/ in pochi capelli, dai fili d'erba.</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">Riprovo
a sentire, quel suono di cembalo/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">il
colore,contemplato/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">in
un attimo di chiesa.</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">E'
smarrita l'alba/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">tuttavia/</span></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-weight: normal;">nel
grigio, memore cemento.</span></i></span></div>
©Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-63528117436613297202018-01-14T14:31:00.001+01:002018-01-14T14:33:51.344+01:00Caterine & Co: Chiariamo un po' le cose.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaGOb4rXMR9aIILg2Kh3mQykej6HBq9IKeMx3ebkHqlrZ1kZG53RbOaiKr5pv7vucsOnDbA4T5eawwK_eOo1cXAc6ITqCPwKpgiNEtv_mA8QUiHklnvnE34uS6EC76apwP2UIAxmHnlIyQ/s1600/Katerina+Sidovora.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="1280" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaGOb4rXMR9aIILg2Kh3mQykej6HBq9IKeMx3ebkHqlrZ1kZG53RbOaiKr5pv7vucsOnDbA4T5eawwK_eOo1cXAc6ITqCPwKpgiNEtv_mA8QUiHklnvnE34uS6EC76apwP2UIAxmHnlIyQ/s320/Katerina+Sidovora.jpg" width="320" /></a></div>
<strong>Corteggiare</strong> e <strong>importunare</strong> hanno
in comune la volontà di entrare nella sfera d’intimità
dell’altro, scaturita da un desiderio di <strong>natura
sessuale.</strong> Nel primo caso, si è in grado di gestire un
rifiuto, nel secondo non si riesce ad accettarlo, talvolta, neanche a
percepirlo, bloccando l’elaborazione necessaria a porre un limite
ad qualcosa che diventa lesivo della tranquillità di coloro a
cui rivolgiamo l’attenzione. La<strong> paura del rifiuto</strong>,
seppure con modalità diverse e con presupposti diversi, rischia di
paralizzare o innescare dinamiche disfunzionali, sia negli uomini che
nelle donne, e spesso lo fa senza guardare in faccia nessuno.<br />
Gestire un rifiuto rimane per un uomo un ostacolo, mina il suo
stesso essere tale, ha appreso che gli uomini, per essere tali,
ottengono dei risultati, mentre una donna ha appreso che, per essere
accettata, <strong>non (si) deve rifiutare</strong>.
Permettetemi questa semplificazione, ha ovviamente le sue
eccezioni. Molto clamore e molta discussione stanno nascendo
dopo il caso <strong>Weinstein </strong>e quello che ne è
seguito e <span style="color: navy;"><span lang="zxx"><u><a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/09/catherine-deneuve-contro-metoo-difendiamo-la-liberta-di-importunarci-indispensabile-alla-liberta-sessuale/4083099/" target="_blank">le
parole di Catherine Deneuve</a></u></span></span> e delle
altre firmatarie dell’appello sul giornale francese <em>Le
Monde</em> e quello che ne sta seguendo.<br />
Credo che, comunque la si voglia pensare, la Deneuve raccolga e
faccia sua una buona parte del<strong> malessere
maschile</strong> circolante, in merito a queste vicende, il che
non è necessariamente un male, in quanto intercetta dei pensieri e
dei sentimenti maschili reali con cui bisogna confrontarsi, senza
subito delegittimarli, per quanto scomodi e in parte dettati
probabilmente da un retro pensiero patriarcale.<br />
Se è vero che l’uomo non può più riproporre certi
atteggiamenti e certi comportamenti, è anche vero che non ancora
appreso delle alternative valide. Se è vero che la donna non può
più tollerare certi atteggiamenti e certi comportamenti, è anche
vero che non sempre ha ancora la possibilità
di <strong>rilevarli</strong> e <strong>denunciarli</strong> nelle
modalità più opportune. Una certa confusione mista a rabbia e paura
è comprensibile e inevitabile, ma non va fomentata, altrimenti
riproduciamo gli stessi meccanismi che proviamo a sradicare. Esistono
delle<strong> regole relazionali</strong> generali per lo
più condivise, anche se non scritte, ma anche delle regole
relazionali di due specifiche persone che non necessariamente
coincidono con le generali.<br />
Tutto questo non toglie nulla al fatto che non si possa più fare
finta che certi soprusi non avvengano e che bisogna abbassarne,
quanto più possibile, la soglia di tolleranza, affinché vengano
smascherati ogni volta che vengono riproposti.<br />
<strong>Se una cosa esiste,</strong> la si affronta, così
come la violenza di genere e il sessismo esistono e vanno affrontati.
La metodica deve essere la stessa per tutti, usare parametri diversi
significa non aver compreso da dove nasce in origine la violenza,
ossia dall’incapacità di <strong>ascoltare</strong> e
dall’impossibilità di <strong>sentirsi ascoltati.</strong> Non
nego di aver pensato, vedendo i vari commenti e dibattiti in giro,
che, ancora una volta, <strong>per un problema</strong> degli
uomini (la violenza sulle donne) sembrano essere<strong> le
donne</strong> coloro che si fanno maggiori domande, ma che
purtroppo arrivano talvolta anche a contrapporsi fortemente.<br />
Il <strong>vero cambiamento</strong> nasce dal non
sentire la necessità di rispondere a quel che si vive come
un’aggressione, in modo aggressivo, farsi esempio di <strong>gestione
della rabbia</strong>, anche quando questa legittimamente
straborda. Deneuve dichiara: “<strong>Lo stupro è un
crimine.</strong> Ma tentare di sedurre qualcuno in maniera
insistente o maldestra non è un reato, né la galanteria è
un’aggressione del maschio. Noi <strong>difendiamo</strong> la
libertà di importunare, indispensabile alla <strong>libertà
sessuale”</strong>.<br />
Ecco il passaggio che lancia un <strong>messaggio sbagliato</strong> e
pericoloso: “<strong>la difesa della libertà di
importunare”. </strong>Importunare e corteggiare sono due cose
diverse, non si può trattarle alla stessa stregua. Il tentativo, non
credo intenzionale, di confonderle denota la difficoltà che abbiamo,
in questo momento, di fare distinzione tra il lecito e l’illecito.<br />
Il corteggiamento <strong>non ha bisogno del consenso</strong>,
perché venga espresso un si o un no, bisogna fare la richiesta.
Il <em>sì</em> permette di continuare a mostrare sempre
maggiore interesse, il <em>no </em>non permette che questo
accada e dovrebbe costituire uno stop netto. L’<strong>andare
avanti con un </strong><em>no</em><strong> è molestia</strong> e
non è un diritto di nessuno, parlare di libertà di importunare è
indispensabile non alla libertà sessuale, ma alla legittimazione
della violenza sessuale.<br />
E se molti uomini dichiarano di <strong>non capirci più
granché</strong> o che le donne dicono no, ma in realtà
intendono si, rispondo che questo non giustifica comunque il
riproporsi con modalità via via più insistenti e invadenti. Credo
che, se due persone vogliono conoscersi e frequentarsi, questo
succede e basta. L’essere umano può essere ambiguo e anche
emozionalmente <strong>confuso</strong>, gli stessi codici
comportamentali sono soggetti ai tempi e agli stati emotivi che
cambiano in ognuno di noi, ma <strong>nella forzatura e
nell’insistenza</strong>dubito ci sia qualcosa di funzionale.
Interagire con l’altro non nasce come una forma di violenza, ma
come una forma di comunicazione, il violare ne è un possibile
disfunzionale risultato.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mario De Maglie</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Psicologo e Psicoterapeuta</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
foto Katerina Sidovora</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-3114742740136073052017-07-26T20:17:00.001+02:002017-08-02T15:02:54.194+02:00Un grande futuro dietro le spalle: The Planet Apes -the War.<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibSmxxNM2vAH21Iv_AWRBwtf_icfdnjH-KyTDV2K_wXLoYXIfREWu6isUg0HyhOtJjPZtj1a1lrA-ObleEdpQTcCjNYxGCcjOnxbmWj2S9pz_Zup1YEfZFvo4nHVpAxdFGKqF0TSfltax6/s1600/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibSmxxNM2vAH21Iv_AWRBwtf_icfdnjH-KyTDV2K_wXLoYXIfREWu6isUg0HyhOtJjPZtj1a1lrA-ObleEdpQTcCjNYxGCcjOnxbmWj2S9pz_Zup1YEfZFvo4nHVpAxdFGKqF0TSfltax6/s320/12.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">Prendendo
a prestito la nota citazione di Gassmann, si può dire che questo
capitolo conclusivo della saga reboot targata Matt Reeves,con il suo
protagonista Cesare, si proponga come un ritorno-reinizio delle
origini del cinema classico hollywoodiano e al contempo si
costituisca come una interessante riflessione- rilettura sul cinema
di genere stesso. I due capitoli precedenti avevano seguito Cesare
nel percorso evolutivo che da vittima delle storture umane,sociali e
politiche, l'aveva trasformato in capo spirituale dei suoi simili.
Subentrato nel secondo capitolo, Reeves diventa, in questo che ne è
la conclusione, anche cosceneggiatore con Mark Bomback; portando a
compimento un affresco totalizzante, denso di riferimenti
cinematografici e filosofici sedimentati nell'immaginario collettivo,
ma anche una proposta personale di </span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>cinema</i></span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">
che da questo immaginario trae una sintesi e una interpretazione
efficacemente riuscita e personale. Abbondano i riferimenti, in
questa cavalcata post apocalittica: gli spazi e la fotografia da
aperti e luminosi si adattano via via a vestire, commentandoli, i
cambiamenti emotivi e i tormenti di Cesare. Seguiranno, lo snodo
esiziale dell'incontro con il </span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>villain
</i></span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">umano,
colonnello Woody Harrelson, bravo quanto basta in un ruolo che ne
limita per definizione, le possibili sfumature. La fotografia che
diventa sempre più scura, negli spazi angusti delle grotte e del
campo lager, darà spazio e luce solo ai primi piani emotivi di
Cesare, uno straordinario Andy Serkis da oscar. Apocalipse now,
Schindler's list, </span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ben
Hur ma anche l'Ethan Edwards di Sentieri Selvaggi si avvicendano
sullo schermo suggeriti dai tormenti,dai mille dubbi sulle
responsabilità di un capo,dal desiderio primigenio di vendetta,
dalle istanze, suggerite dalla purezza </span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>senza
voce </i></span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">della
bambina umana. C'è qualche indulgenza retorica di troppo, è vero.
Sottolineata da incursioni sonore un po' troppo enfatiche, qui e là.
Ma poca cosa, rispetto al grande spettacolo che scorre sullo schermo:
un montaggio serrato che unito allo splendore della</span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>
motion capture, </i></span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">che
ormai ha raggiunto livelli altissimi</span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>;</i></span></span></span><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">
conduce l'epopea biblica di Cesare e della sua specie, a riscoprire
la linea di confine che unisce scimmie e quel che resta della nostra
umanità .Quel ponte tutto emotivo e sentimentale che gli/ci
consentirà di sopravvivere, restituendoci l'alba di un possibile
futuro negli spazi, da abitare, della sequenza finale.</span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">Il
segno di una possibile civiltà, sullo schermo e per una volta, senza
distinzioni di specie.</span></span></span></div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;">Grande
cinema. Applausi.</span></span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"></span></span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZKdMWjZWI59F4-dp8iSez0xIW9Bjicb3V14SCu-PmLF0DasoHcEEMIX48zPssNIEW-p8uAwnqf5Ms0bJddDV5pgLRG1b2mZm2ytrkVM0UCVQH0ZVZfGrLjM51DywsYJL3mQF4a8kVoK-Y/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="318" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZKdMWjZWI59F4-dp8iSez0xIW9Bjicb3V14SCu-PmLF0DasoHcEEMIX48zPssNIEW-p8uAwnqf5Ms0bJddDV5pgLRG1b2mZm2ytrkVM0UCVQH0ZVZfGrLjM51DywsYJL3mQF4a8kVoK-Y/s320/images.jpg" width="320" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPSxe24nUanibfxavGu0V-3qp7gg4Xy0p6lFy8GVLKjZAccnbjbcfdXeMAavE-Rjo-XS6G3CfvjkXhECH2Kh_e_mDwFyLALux2fcvX0asRWzQXm2kg7Bvuw-iZj4lb_l9XY5_F3c9XW-z2/s1600/images+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="144" data-original-width="349" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPSxe24nUanibfxavGu0V-3qp7gg4Xy0p6lFy8GVLKjZAccnbjbcfdXeMAavE-Rjo-XS6G3CfvjkXhECH2Kh_e_mDwFyLALux2fcvX0asRWzQXm2kg7Bvuw-iZj4lb_l9XY5_F3c9XW-z2/s320/images+%25282%2529.jpg" width="320" /></a><span style="color: #111111;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: 10pt;"></span></span></span></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-55259899057715963512017-06-20T11:49:00.001+02:002017-06-20T11:49:17.089+02:00I 400 colpi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6QZt2wR_Mt2PxrZVAj7CqCWXXf1QIA0w-rPukUCHr-Wf7rnh36FWCehGH_V_2gV7GuWHbHSMoOX0F5seEnE8R5MtA7n6a_wQBUVTiWxeV9Ro9UkTjhRAQYX7AuY-wYidrwBya1Dv05oWw/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="146" data-original-width="344" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6QZt2wR_Mt2PxrZVAj7CqCWXXf1QIA0w-rPukUCHr-Wf7rnh36FWCehGH_V_2gV7GuWHbHSMoOX0F5seEnE8R5MtA7n6a_wQBUVTiWxeV9Ro9UkTjhRAQYX7AuY-wYidrwBya1Dv05oWw/s320/download.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i><b><br /></b></i></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i><b><br /></b></i></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i><b>Les
quatre cents coups</b></i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>
</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">di
François Truffaut, con il suo protagonista Antoine Doinel
(Jean-Pierre Léaud) rappresenta una tra le più vibranti,partecipate
ed efficaci trasposizioni cinematografiche delle inquietudini,delle
ribellioni,della incomunicabilità e solitudine profonda, che
accompagna la fase esistenziale dell'adolescenza. Partendo dal dato
autobiografico, quasi perfettamente sovrapponibile a quello del
personaggio del giovane Doinel; Truffaut interpretando il malessere
dell'adolescenza, demistifica l'eden descritto dal cinema dominante
</span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>de
papa </i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">e
da tanta letteratura,e fa assumere al film una valenza paradigmatica
del senso più complessivo della fase adolescenziale. Nel giovane
Antoine Doinel, convive la sintesi della spontaneità e della
fragilità,collocata però nel ritratto desolante e disarmante della
famiglia. Fin dalle prime inquadrature lo seguiamo,collocato in una
posizione,anche fisicamente, </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>aliena.</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">
Dorme infatti, in uno spazio angusto vicino alla porta d'ingresso, e
quindi per evidenza non solo simbolica,vive nella considerazione
della sua famiglia, una condizione di precaria provvisorietà.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">Antoine
è gioioso e vivace, ma la sua natura si scontra continuamente contro
il muro dell'anaffetività materna. La madre Gilberte, che ha vissuto
in giovane età, la sua gravidanza illegittima come una iattura; lo
tollera malamente. Per superficialità, e perché in fondo lei
stessa, vive una condizione di frustrazione che la pone sullo stesso
piano di immaturità di Antoine; al quale invece, dovrebbe garantire
attenzione,comprensione e amore. La madre Gilberte,nella massima
espressione consentita dalla sua affettività, risponderà alle
richieste di attenzione di Antoine,solo con delle opportunistiche
offerte di complicità amicale. A questo proposito,è illuminante la
scena dello scambio di favori che propone ad Antoine:mille
franchi,come premio per un buon voto al tema scolastico; ma in
realtà, per comprare il silenzio di Antoine che l'ha vista baciarsi
con l'amante. Opportunamente, la scena è girata in campi e
controcampi molto ravvicinati,che sottolineano l'ambigua veridicità
del patto. Anche nella figura apparentemente più disponibile;quella
del patrigno che lo ha adottato, Antoine non può confrontarsi.
Perché anch'egli,risulta figura imbrigliata nelle meschinità
quotidiane, e limitata da vigliaccheria, se non da vera e propria
cecità culturale. La scuola con le figure degli insegnanti, e via
via tutte le figure che rappresentano l'Autorità, non fanno che
aggiungere incomprensione e repressione impositiva, alle istanze di
Antoine. Fino al decisivo imprimatur,che lo condanna a</span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>”ragazzo
socialmente incline a delinquere”</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">.
Di lì a poco infatti,un poco convinto tentativo di furto, gli aprirà
le porte della prigione e del riformatorio, con buona pace dei
genitori e delle autorità tutte. Ma non è tutto compromesso,nella
vita di Antoine; c'è fortissimo, il valore dell'amicizia:
impersonato dal coetaneo René, unica figura sulla quale poter sempre
contare. E l'amicizia con il coetaneo, sarà infatti l'ancora di
Antoine per tutto il film, sostenendolo e proteggendolo
dall'incomprensione del mondo adulto. L'altro elemento
imprescindibile per Antoine: è </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>la
strada,</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">
e la stessa Parigi:vista come territorio elettivo, dove poter
experire se stessi. La strada ce lo farà vedere bighellonare,
correre, raccogliere confidenze, ascoltare quel </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>mondo
altro, </i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">pulsante,che
si contrappone alla chiusura claustrofobica della famiglia. E per la
strade della città, incontriamo(come in tutti i film di Truffaut)
l'altro elemento:quello del </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>cinema;</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">
luogo accogliente,e nel quale potersi liberamente </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>perdere.
</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">La
strada dunque, come luogo dell'anima: dove l'autorità del professore
di ginnastica in uscita con la classe, </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>perderà</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">
progressivamente -in vicoli ed anfratti- tutta la coda di alunni.
Tutto ,beffardamente ed impietosamente inquadrato in una ripresa
dall'alto, così da rendere, quanto mai efficace, la </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>distanza
</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">incolmabile
con il mondo adolescenziale,che si pretende di educare come un
plotone di soldati. E da quelle stesse strade,così pesantemente
investite di valori affettivi, che gli hanno consentito di </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>respirare</i></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">
l'ossigeno vitale di cui è sempre stato in deficit. Da quelle
strade,Antoine,si separerà dietro le grate di un cellulare, mentre
va in riformatorio. E sarà l'unica volta che lo vedremo piangere. In
riformatorio,misurerà il vuoto che ormai lo separa da un mondo
percepito come estraneo e dall'unico affetto, quello di René, ormai
perduto. Non resta che un ultima, lunghissima carrellata a
mostrarcelo in fuga, ancora una volta. Ma la fuga verso il mare mai
conosciuto,e che nella sua evidente simbologia è presente come
anelito in tutto il film: si porta dietro, una nuova consapevolezza.
E nell'incontro/ricongiungimento finale con il mare/madre che
profila il vero inizio della sua vita da adulto,finalmente libero; la
macchina da presa, mostra Antoine che si ritrae dall'acqua, e stringe
sul suo volto, consegnandocelo in un fermo immagine. </span></span>
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">A
noi che lo guardiamo,la possibilità di </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;">rispecchiarci
in quel volto; di ritrovarci e sentirci invecchiati, nel ritrovare i
segni che l'esperienza ha lasciato in noi. E poter scegliere tra due
possibili interpretazioni di quello sguardo: la scoperta della fine
dell'illusione, e quindi il contatto col limite, o come
un'affermazione di libertà, di una possibilità di salvezza,e quindi
di speranza.</span></span></span></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-89184184867709086772017-06-20T11:25:00.000+02:002017-06-20T11:25:23.376+02:00Un bellissimo progetto da condividere e sponsorizzare.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgipw4cMGSgzFOiv8mUQHKQRKStvpZKOTH9vONZlVwK4u6mwevArfln-r9rp2j75bp5GmyVcjLktkn103zdXqk_pyVNXjZa7PnQdm15IGn0fuSRfpNJ3iWr0LC-CTtAYJi-OoEMANzYJET1/s1600/doni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgipw4cMGSgzFOiv8mUQHKQRKStvpZKOTH9vONZlVwK4u6mwevArfln-r9rp2j75bp5GmyVcjLktkn103zdXqk_pyVNXjZa7PnQdm15IGn0fuSRfpNJ3iWr0LC-CTtAYJi-OoEMANzYJET1/s320/doni.jpg" width="320" /></a></div>
Visitate il sito di Lorenza Anselmi,fate e fatevi un regalo.<br />
<br />
http://www.ringraziarevoglio.it/<br />
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<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>Ringraziare
voglio il divino</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>labirinto
degli effetti e delle cause</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la diversità delle creature</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
compongono questo singolare universo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la ragione, che non cesserà di sognare</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>un
qualche disegno del labirinto,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’amore, che ci fa vedere gli altri</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>come
li vede la divinità,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il saldo diamante e l’acqua sciolta,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’algebra, palazzo dai precisi cristalli,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
le mistiche monete di Angelus Silesius,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Schopenhauer,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
forse decifrò l’universo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
lo splendore del fuoco</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
nessun essere umano può guardare senza uno stupore antico,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mogano, il cedro e il sandalo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il pane e il sale,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mistero della rosa</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
prodiga colore e non lo vede,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
certe vigilie e giornate del 1955,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
i duri mandriani che nella pianura</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>aizzano
le bestie e l’alba,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mattino a Montevideo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’arte dell’amicizia,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’ultima giornata di Socrate,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
le parole che in un crepuscolo furono dette</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>da
una croce all’altra.</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
quel sogno dell’Islam che abbracciò</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>mille
notti e una notte,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
quell’altro sogno dell’inferno,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>della
torre del fuoco che purifica,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
delle sfere gloriose,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Swedenborg,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
conversava con gli angeli per le strade di Londra,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
i fiumi segreti e immemorabili</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
convergono in me,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la lingua che, secoli fa, parlai nella Northumbria,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la spada e Tarpa dei sassoni,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mare, che è un deserto risplendente</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
una cifra di cose che non sappiamo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la musica verbale dell’Inghilterra,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la musica verbale della Germania,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’oro, che sfolgora nei versi,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’epico inverno,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il nome di un libro che non ho letto: Gesta Dei per Francos</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Verlaine, innocente come gli uccelli,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il prisma di cristallo e il peso d’ottone,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
le strisce della tigre,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
le alte torri di San Francisco e dell’isola di Manhattan</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mattino nel Texas,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
quel sivigliano che stese l’Epistola Morale</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
il cui nome, come egli avrebbe preferito, ignoriamo,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Seneca e Lucano, di Cordova,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
prima dello spagnolo scrissero</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>tutta
la letteratura spagnola,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’odore medicinale degli eucalipti,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il linguaggio, che può simulare la sapienza,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
l’oblio, che annulla o modifica il passato,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la consuetudine,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>che
ci ripete e ci conferma come uno specchio,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il mattino, che ci procura l’illusione di un principio</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il coraggio e la felicità degli altri,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la patria, sentita nei gelsomini</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>o
in una vecchia spada,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Whitman e Francesco d’Assisi, che scrissero già questa poesia,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il fatto che questa poesia è inesauribile</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
si confonde con la somma delle creature</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
non arriverà mai all’ultimo verso</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>e
cambia secondo gli uomini,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>perché
moriva così lentamente,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
i minuti che precedono il sonno,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
il sonno e la morte,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
due tesori occulti,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
gli intimi doni che non elenco,</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>per
la musica, misteriosa forma del tempo.</b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b><br /></b></i></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: 10pt;"><i><b>Jorge Luis Borges</b></i></span></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-14044387538332736282017-03-22T14:45:00.000+01:002017-03-22T14:45:22.291+01:00Primo giorno di primavera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bfxF9yaXkPHnvn8tDv_VWliF0vb_VrglmYRgOxCJH-0nRp5IDZkm65ZIq5Zwa1rgAL3ssmCuSGsGUg0ts3OdnDf5EU-3pBwfI_DmEfEFZKz1PAOsCDIlb1w_LIeUdmWIBfQtm1_g2MAX/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bfxF9yaXkPHnvn8tDv_VWliF0vb_VrglmYRgOxCJH-0nRp5IDZkm65ZIq5Zwa1rgAL3ssmCuSGsGUg0ts3OdnDf5EU-3pBwfI_DmEfEFZKz1PAOsCDIlb1w_LIeUdmWIBfQtm1_g2MAX/s320/download.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
"...<i>in un luogo dove non ho mai
viaggiato,gioioso </i><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>oltre ogni dire,i tuoi occhi hanno un loro
silenzio:<br />nel tuo più fragile gesto ci sono cose che mi
racchiudono,<br />o che io non posso toccare perché troppo vicine<br /><br />una
tua impercettibile occhiata senza sforzo mi schiuderà<br />sebbene
io abbia chiuso me stesso come un pugno,<br />sempre petalo dopo
petalo mi apri come la Primavera apre<br />(toccando
sapientemente, misteriosamente)la sua prima rosa<br /><br />ma se tu
vorrai chiudermi,io e la mia vita<br />ci chiuderemo
magnificamente,improvvisamente,<br />come quando il cuore di questo
fiore immagina<br />la neve ovunque prudentemente posarsi;<br /><br />niente
di ciò che ci è dato percepire al mondo eguaglia<br />la forza della
tua intensa fragilità:la cui trama<br />mi avvolge con il colore delle
sue terre,<br />restituendo la morte e l’eternità ad ogni
respiro<br /><br />(io non lo so che cosa c’è in te che chiude<br />e
apre;ma qualcosa in me sente che<br />la voce dei tuoi occhi è più
profonda di tutte le rose)<br />nessuno,nemmeno la pioggia,ha mani
tanto piccole.</i><br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>(da E.E.Cummings)</i></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-9249108099915209022016-11-04T15:52:00.000+01:002016-11-04T15:52:40.692+01:00Io se fossi Dio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLBfSqvC2LlrACskRdJ4Jap7QodZqXES9wblnx3xN5UwXSb9c3RWuFi_nef9TF-L86sY6y26XkgZnk24Zd0mQRFh2TAIU-479t-Enm_DHoXmuTkap8WG_kksuONyF5Kgwbikzux8wwydHH/s1600/images2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLBfSqvC2LlrACskRdJ4Jap7QodZqXES9wblnx3xN5UwXSb9c3RWuFi_nef9TF-L86sY6y26XkgZnk24Zd0mQRFh2TAIU-479t-Enm_DHoXmuTkap8WG_kksuONyF5Kgwbikzux8wwydHH/s320/images2.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Lucida Calligraphy, cursive;"><span style="font-size: xx-small;"><b><i>Io
se fossi Dio<br />e io potrei anche esserlo<br />sennò non
vedo chi<br />Io se fossi Dio non mi farei<br />fregare dai
modi furbetti della gente<br />non sarei mica un dilettante sarei
sempre presente<br />sarei davvero in ogni luogo a spiare<br />o
meglio ancora a criticare<br />appunto cosa fa la gente</i></b></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Lucida Calligraphy, cursive;"><span style="font-size: xx-small;"><b><i>Per
esempio il piccolo borghese com'è noioso<br />non commette mai
peccati grossi<br />non è mai intensamente peccaminoso<br />del
resto poverino è troppo misero e meschino<br />e pur sapendo che Dio è
più esatto di una Sveda<br />lui pensa che l'errore piccolino
non lo conti o non lo veda<br />Per questo io se fossi Dio
preferirei il secolo passato<br />se fossi Dio rimpiangerei il
furore antico<br />dove si odiava e poi si amava<br />e si
ammazzava il nemico<br />Ma io non sono ancora nel regno dei
cieli<br />sono troppo invischiato nei vostri sfaceli<br />Io
se fossi Dio non sarei così coglione<br />a credere solo ai
palpiti del cuore<br />o solo agli alambicchi della ragione<br />io
se fossi Dio sarei sicuramente molto intero<br />e molto
distaccato come dovreste essere voi<br />Io se fossi Dio non
sarei mica stato<br />a risparmiare avrei fatto un uomo
migliore<br />si vabbè lo ammetto non mi è venuto tanto
bene<br />ed è per questo per predicare il giusto<br />che
io ogni tanto mando giù qualcuno<br />ma poi alla gente piace
interpretare<br />e fa ancora più casino<br />Io se fossi
Dio<br />non avrei fatto gli errori di mio figlio<br />e
sull'amore e sulla carità<br />mi sarei spiegato un po'
meglio<br />Infatti non è mica normale<br />che un comune
mortale<br />per le cazzate tipo compassione e fame in
India<br />c'ha tanto amore di riserva che neanche se lo
sogna<br />che viene da dire ma dopo come fa a essere così
carogna<br />Io se fossi Dio<br />non sarei ridotto come
voi<br />e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di
importante<br />purtroppo l'occasione di morire
simpaticamente<br />non capita sempre e anche l'avventuriero più
spinto<br />muore dove gli può capitare e neanche tanto
convinto<br />Io se fossi Dio farei<br />quello che voglio
non sarei certo permissivo<br />bastonerei mio figlio<br />sarei
severo e giusto stramaledirei gli Inglesi come mi fu chiesto<br />e
se potessi anche gli africanisti e l'Asia e poi gli Americani e i
Russi<br />bastonerei la militanza come la misticanza<br />e
prenderei a schiaffi i volteriani i ladri gli stupidi e i
bigotti<br />perché Dio è violento e gli schiaffi di Dio
appiccicano al muro tutti<br />Ma io non sono ancora nel regno
dei cieli<br />sono troppo invischiato nei vostri sfaceli<br />Finora
abbiamo scherzato<br />ma va a finire che uno prima o poi ci
piglia gusto<br />e con la scusa di Dio<br />tira fuori tutto
quello che gli sembra giusto<br />E a te ragazza che mi dici che
non è vero<br />che il piccolo borghese è solo un po'
coglione<br />che quel uomo è proprio un delinquente un
mascalzone<br />un porco in tutti i sensi una canaglia<br />e
che ha tentato pure di violentare sua figlia<br />io come Dio
inventato come Dio fittizio prendo coraggio e sparo il mio giudizio e
dico speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo cara figlia così
per i giornali diventa un bravo padre di famiglia<br />Io se
fossi Dio<br />maledirei davvero i giornalisti e specialmente
tutti<br />che certamente non son brave persone<br />e dove
cogli cogli sempre bene<br />compagni giornalisti avete troppa
sete<br />e non sapete approfittare delle libertà che
avete<br />avete ancora la libertà di pensare<br />ma quello
non lo fate<br />e in cambio pretendete la libertà di
scrivere<br />e di fotografare immagini geniali e
interessanti<br />di presidenti solidali e di mamme piangenti<br />E
in questa Italia piena di sgomento<br />come siete coraggiosi voi
che vi buttate<br />senza tremare un momento<br />cannibali
necrofili deamicisiani e astuti<br />e si direbbe proprio
compiaciuti<br />voi vi buttate sul disastro umano<br />col
gusto della lacrima in primo piano<br />sì vabbè lo ammetto la
scomparsa dei fogli e della stampa<br />sarebbe forse una
follia<br />ma io se fossi Dio<br />di fronte a tanta
deficienza non avrei certo la superstizione della democrazia<br />Ma
io non sono ancora nel regno dei cieli<br />sono troppo
invischiato nei vostri sfaceli<br />Io se fossi Dio<br />naturalmente
io chiuderei la bocca a tanta gente<br />nel regno dei cieli non
vorrei ministri nè gente di partito tra le palle<br />perché la
politica è schifosa e fa male alla pelle<br />E tutti quelli che
fanno questo gioco<br />che poi è un gioco di forza è
ributtante e contagioso<br />come la lebbra e il tifo<br />e
tutti quelli che fanno questo gioco<br />c'hanno certe facce che
a vederli fanno schifo<br />che siano untuosi democristiani o
grigi compagni del PCI<br />son nati proprio brutti o perlomeno tutti
finiscono così<br />Io se fossi Dio dall'alto del mio
trono<br />vedrei che la politica è un mestiere come un altro<br />e
vorrei dire mi pare Platone<br />che il politico è sempre meno
filosofo e sempre più coglione<br />è un uomo a tutto
tondo<br />che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo<br />che
scivola sulle parole<br />anche quando non sente o non lo
vuole<br />Compagno radicale<br />la parola compagno non so
chi te l’ha data<br />ma in fondo ti sta bene tanto ormai è
squalificata<br />compagno radicale<br />cavalcatore di ogni
tigre uomo furbino<br />ti muovi proprio bene in questo gran
casino<br />e mentre da una parte si spara un po' a casaccio<br />e
dall'altra si riempiono le galere di gente che non centra un
cazzo<br />compagno radicale tu occupati pure di diritti
civili<br />e di idiozia che fa democrazia<br />e preparaci
pure un altro referendum<br />questa volta per sapere dov'è che
i cani devono pisciare<br />Compagni socialisti<br />ma sì
anche voi insinuanti astuti e tondi<br />compagni socialisti con
le vostre spensierate alleanze<br />di destra di sinistra di
centro coi vostri uomini aggiornati<br />nuovi di fuori e vecchi
di dentro compagni socialisti fatevi avanti<br />che questo è
l'anno del garofano rosso e dei soli nascenti<br />fatevi avanti
col mito del progresso e con la vostra schifosa
ambiguità<br />ringraziate la dilagante imbecillità<br />Ma
io non sono ancora nel regno dei cieli<br />sono troppo
invischiato nei vostri sfaceli<br />Io se fossi Dio<br />non
avrei proprio più pazienza inventerei di nuovo una morale<br />e
farei suonare le trombe per il giudizio universale<br />Voi mi
direte perché è così parziale<br />il mio personalissimo
giudizio universale<br />perché non suonano le mie trombe<br />per
gli attentati i rapimenti i giovani drogati e per le bombe<br />perché
non è comparsa ancora l'altra faccia della medaglia<br />io come
Dio non è che non ne ho voglia<br />io come Dio non dico certo
che siano ingiudicabili<br />o addirittura come dice chi ha paura
gli innominabili<br />ma come uomo come sono e fui<br />ho
parlato di noi comuni mortali<br />quegli altri non li
capisco<br />mi spavento non mi sembrano uguali<br />di loro
posso dire solamente che dalle masse sono riusciti ad ottenere<br />lo
stupido pietismo per il carabiniere<br />di loro posso dire
solamente che mi hanno tolto il gusto<br />di essere incazzato
personalmente<br />io come uomo posso dire solo ciò che
sento<br />cioè solo l'immagine del grande smarrimento</i></b></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Lucida Calligraphy, cursive;"><span style="font-size: xx-small;"><b><i>Però
se fossi Dio sarei anche invulnerabile e perfetto<br />allora non
avrei paura affatto<br />così potrei gridare e griderei senza
ritegno che è una porcheria<br />che i brigatisti militanti
siano arrivati dritti alla pazzia<br />Ecco la differenza che c'è
tra noi e gli innominabili<br />di noi posso parlare perché so
chi siamo e forse facciamo più schifo che spavento<br />di
fronte al terrorismo o a chi si uccide c'è solo lo sgomento<br />ma
io se fossi Dio<br />non mi farei fregare da questo sgomento<br />e
nei confronti dei politici sarei severo come all'inizio<br />perché
a Dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiar giudizio<br />E
se al mio Dio che ancora si accalora gli fa rabbia chi spara<br />gli
fa anche rabbia il fatto che un politicante qualunque<br />se gli
ha sparato un brigatista diventa l'unico statista<br />io se
fossi Dio quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio<br />c'avrei
ancora il coraggio di continuare a dire<br />che Aldo Moro
insieme a tutta la Democrazia Cristiana<br />è il responsabile
maggiore di trent'anni di cancrena italiana<br />Io se fossi Dio
un Dio incosciente enormemente saggio<br />ci avrei anche il
coraggio di andare dritto in galera<br />ma vorrei dire che Aldo
Moro resta ancora quella faccia che era<br />Ma in fondo tutto
questo è stupido perché logicamente<br />io se fossi Dio la
terra la vedrei piuttosto da lontano<br />e forse non ce la farei
ad accalorarmi in questo scontro quotidiano<br />io se fossi Dio
non mi interesserei di odio o di vendetta<br />e neanche di
perdono<br />perché la lontananza è l'unica vendetta<br />è
l'unico perdono<br />E allora va a finire che se fossi Dio<br />io
mi ritirerei in campagna come ho fatto io.</i></b></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Lucida Calligraphy, cursive;"><span style="font-size: xx-small;"><b><i><br /></i></b></span></span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Lucida Calligraphy, cursive;"><span style="font-size: xx-small;"><b><i>Giorgio Gaber</i></b></span></span></span></div>
<div align="LEFT">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-32441542988151861292016-09-03T23:12:00.000+02:002016-09-03T23:12:53.573+02:00 Garofani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfp4MIuDKoB9Bh4ezFUvqDrrze391ZKwXAsK_t-4hn7uwVtnjN6N7wHOmm4tKFm0tTx0Deam3O3l4KpSSqxWo5Cx_6INeQ9cyCmsnOTWXF5-Xuzis1akRLtyLw6l1lx_o_gSUCp3wusw2I/s1600/copertina-garofani-stampa_4.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfp4MIuDKoB9Bh4ezFUvqDrrze391ZKwXAsK_t-4hn7uwVtnjN6N7wHOmm4tKFm0tTx0Deam3O3l4KpSSqxWo5Cx_6INeQ9cyCmsnOTWXF5-Xuzis1akRLtyLw6l1lx_o_gSUCp3wusw2I/s200/copertina-garofani-stampa_4.gif" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span>
<b style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif; font-size: x-large;"><i>Siamo giunti
a questo traguardo</i></b><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b style="font-style: italic;"> </b><b><i>con gli occhi rovesciati</i></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i> ostaggi del passato.</i></b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><b><i>(da Garofani di Antonio Petrocelli)</i></b></span>Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-13081786015387160162016-08-07T10:23:00.000+02:002016-08-07T13:06:16.713+02:00La Poesia secondo Ginsberg<div>
<b><i><span style="font-size: large;">“La poesia diventa sempre meno intellettuale o verbale e sempre più fisiologica. Un modo di usare il proprio corpo, il proprio respiro, il respiro profondo.”</span></i></b><br />
<b><i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></b></div>
<div>
<b><span style="font-size: large;">Allen Ginsberg</span></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWmlvlZRbdsRcNnFg72WG_eFIiU1_245IeH4dXGgPaq1u-h2xiBCQ-lrG5BaVppukPGznsxk801etNOUmZunAWs4mqMleSeodd2FhQ2RKxwyoi-BCykqPEw_Yb0pXFYV7RlHmBG75GfDNe/s640/blogger-image-1590588533.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWmlvlZRbdsRcNnFg72WG_eFIiU1_245IeH4dXGgPaq1u-h2xiBCQ-lrG5BaVppukPGznsxk801etNOUmZunAWs4mqMleSeodd2FhQ2RKxwyoi-BCykqPEw_Yb0pXFYV7RlHmBG75GfDNe/s320/blogger-image-1590588533.jpg" width="320" /></a></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-48096089027982571132016-06-26T18:44:00.000+02:002019-07-10T20:20:24.495+02:00I soliti ignoti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDeda8DZuLQdahyphenhypheneDUIRB1Drh7EZ6w1gEccLJmeCGX14QtnX8LeniOmu4daRqZZ6BRmC0JvrQByF58ggFcxjAlfq5fnvYAuwf95SYoVuYtvuI_A_bdIGkmy_aabTD85VqzXJT8YcRntuf0/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDeda8DZuLQdahyphenhypheneDUIRB1Drh7EZ6w1gEccLJmeCGX14QtnX8LeniOmu4daRqZZ6BRmC0JvrQByF58ggFcxjAlfq5fnvYAuwf95SYoVuYtvuI_A_bdIGkmy_aabTD85VqzXJT8YcRntuf0/s320/download.jpg" width="320" /></a></div>
<h3 style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", sans-serif; margin: 1em 0px; text-align: center; z-index: 3;">
<span style="font-size: large;">UNA COMMEDIA SPARTIACQUE</span></h3>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dalle
frange del neorealismo rosa (</span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">Poveri
ma belli, Pane amore e fantasia</span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">),
guadagna spazio, alla metà degli anni 50, un versante orientato
verso </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">la
commedia comica</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
che già aveva prodotto alcune punte di diamante come </span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">Guardie
e ladri</span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> e </span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">La
banda degli onesti</span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
entrambi con l’immenso Totò.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Solo
con l’exploit nel 1958 de </span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">I
soliti ignoti </span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">però
– considerato giustamente </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">un
film spartiacque</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> -,
la caratteristica </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">bozzettistica
o caricaturale</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> che
avevano molti personaggi del cinema precedente,viene messa da parte.
In questo film, nasce infatti, attraverso la sceneggiatura della
coppia Age e Scarpelli, un gruppo di personaggi costruiti per
la prima volta, con un proprio spessore umano ed affettivo,e con una
doppia natura; dipinta a tinte sì esilaranti e satiriche, ma anche
malinconiche e sconsolate. Personaggi che diventano protagonisti
realmente, “a tutto tondo”. Sullo sfondo, l’ambientazione
affatto brillante ed ancora di stampo neorealista, che inquadra lo
status sottoproletario dei protagonisti: una Roma squallida e
sudicia, ancora lontana dai fasti del boom economico, e dal ritratto
brillante, di tanto cinema successivo. Anche per gli attori del
cast, il film costituì una svolta d’immagine e di carriera:
dal </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Mastroianni </span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">latin
lover, trasformato in</span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-weight: normal;"> “</span></span></span></strong><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">mammo”
succube del figlioletto</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
al </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Renato
Salvatori bello e spumeggiante</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
trasformato nel redento e maturo Mario, all’eclatante metamorfosi
di </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Vittorio
Gassman</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
passato dal Kean teatrale e raffinato villain del cinema, al
primo ruolo comico da </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">pugile </span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;"><b>“</b></span></span></span></em><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">sfigato</span></span></strong><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;"><b>”</b></span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
cameo di Totò poi, seppure nei limiti di una partecipazione,
riassume nel personaggio di </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dante
Cruciani,</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> tante
delle caratteristiche originali ed innovative del film. Prima tra
tutte, l’inadeguatezza e la frustrazione (auto-inflitta), che
accomuna i protagonisti e che deriva dal mancato adeguamento alle
regole della società. Caratteristica che si preannuncia già, con la
sola entrata in scena di Totò, in pigiama. E ancora, ci racconta dei
trascorsi di chi si aggrappa all’idea del furto come </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">ultimo
metodo dell’arte di arrangiarsi</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
unico </span></span><em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">altro</span></span></span></em><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> modo
di vivere nella società, senza abbassarsi al lavorare. La parte
comico-satirica si alimenta dunque della natura stessa dei
personaggi, ritratti nella loro umanità; ora tenera e umile ora
meschina e improvvida. Tutti si misurano con un’impresa enorme,
rispetto alle loro più o meno dichiarate risorse e abilità. E il
cortocircuito tragicomico è determinato proprio dallo scarto tra
l’obiettivo che si propongono e le effettive possibilità di
raggiungerlo. La loro inadeguatezza smaschera anche la vera natura
del loro animo e delle loro pulsioni – in fondo in nessuno di loro
alberga la reale voglia e convinzione di portarlo a termine – che
sono proprie di una vita vissuta di espedienti, e che non lascia
grandi margini per riscattarsi dal proprio status sociale. Altro
elemento di novità è </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">la
morte</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">,
che irrompe per la prima volta in un film comico, con la scomparsa
dello sfortunato Cosimo (Memmo Carotenuto). Anche questo elemento
però, viene modulato opportunamente per non dare uno spazio ed un
significato non congruo alla narrazione.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
successo del film e la sua importanza sono dovute alla leggerezza con
la quale si offre allo spettatore l’immagine complessa di
un’epoca, </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">un
mondo di povertà urbana</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> che
resiste nei suoi valori tradizionali all’attacco della nuova
società di massa. Riuscendo anche, a sottolineare il tema ancora
pressante della fame, trattato agli albori del boom economico.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
film ha vantato e vanta ancora oggi tanti tentativi d’imitazione,
ma la profondità psicologica dei personaggi e la loro inettitudine
“autoprotettiva” sono talmente articolati e compositi da rendere
vano ieri come oggi, qualunque tentativo in questo senso.</span></div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Roboto Slab", sans-serif; font-size: 1.45555em; line-height: 26px; margin-bottom: 20px; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-45895413631181078892016-06-22T10:23:00.001+02:002016-06-26T18:45:20.684+02:00Le istruzioni<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUavcKqjGAFTefmsIOfyjEV2YCXiR8mgctJk-voCvjig69493IL3hS5jxhJkTnuoM-tg2hOlZOz3slwGGC3R88PV9MsVhjdHod8-YYDAPxhFjjkewh0qIESOlV-LbAsuyn0iB7TNlOWuu1/s640/blogger-image-1120790469.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUavcKqjGAFTefmsIOfyjEV2YCXiR8mgctJk-voCvjig69493IL3hS5jxhJkTnuoM-tg2hOlZOz3slwGGC3R88PV9MsVhjdHod8-YYDAPxhFjjkewh0qIESOlV-LbAsuyn0iB7TNlOWuu1/s320/blogger-image-1120790469.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Non è facile invecchiare con garbo.</div>
<div>
Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle,</div>
<div>
di nuovi solchi, di nuovi nei. </div>
<div>
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza</div>
<div>
mortificarla in una nuova età che non le appartiene,</div>
<div>
occorre far la pace con il respiro più corto, con</div>
<div>
la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,</div>
<div>
con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso,</div>
<div>
che prendono il posto dei grilli per la testa.</div>
<div>
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,</div>
<div>
reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere</div>
<div>
e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole</div>
<div>
cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia,</div>
<div>
ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru,</div>
<div>
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.</div>
<div>
Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo</div>
<div>
godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.</div>
<div>
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,</div>
<div>
parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia.</div>
<div>
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe</div>
<div>
stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Cecilia Resio - Le istruzioni</div>
<div>
<br /></div>
<br />Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-17215699452188874842016-04-23T19:29:00.000+02:002016-04-23T19:29:50.711+02:00Intolerance<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk17X5hHN36yhwE5J3NmswPy4i6wPw2B3jJRDPehXVrzfKubU1gMHtPIcF8WeH9UPFAshZN-VedNVYMLrb-AmBl2GGcjZNbuWeX57opWwOGWqSMi_GhiTzosthD-IUlpNjk9e_uG4NeHfu/s1600/download+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk17X5hHN36yhwE5J3NmswPy4i6wPw2B3jJRDPehXVrzfKubU1gMHtPIcF8WeH9UPFAshZN-VedNVYMLrb-AmBl2GGcjZNbuWeX57opWwOGWqSMi_GhiTzosthD-IUlpNjk9e_uG4NeHfu/s320/download+%25281%2529.jpg" width="224" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Si può legittimamente
parlare della genesi di <i>Intolerance</i>, come di una risposta di
David W. Griffith alle pesanti critiche che avevano accompagnato il
suo precedente <i>Nascita di una Nazione</i>. Nonostante il grande
successo commerciale, le accuse di razzismo rivoltegli, risultarono
determinanti nell'immaginare nel una possibilità di riscatto atta a
rappresentare una risposta, tanto forte quanto esaustiva, alla
querelle suscitata dal suo precedente. Questa intenzionale
peculiarità avrà un peso rilevante nella sua nuova produzione.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In <i>Intolerance</i> si
avverte l'esigenza creativa e apologetica insieme, convogliata in una
visione del Tempo/Storia dove si contrappongono i principi del Male e
dell'Intolleranza contro quelli dell'Amore Salvifico. La
realizzazione del film risponde in pieno a questa esigenza, con una
messinscena maestosa ed articolata. In essa emergono tutti gli
artifici e le innovazioni tecniche che codificheranno la grammatica
del cosiddetto cinema narrativo classico.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
In particolare,
nell'episodio denominato "La Caduta di Babilonia", Griffith
apporta sostanziali novità nelle tecniche di ripresa, avvalendosi di
torri munite di ascensori e di altissime gru - antesignane dei
moderni dolly - per riprendere grandi folle dall'alto. La cura nelle
scenografie per la ricostruzione storica - anche se non sempre
fedelissima - mantiene immutato il suo fascino e valore ancora oggi.
Lo stesso per la gerarchizzazione nella composizione delle
inquadrature, funzionali alla rilevanza drammaturgica dei personaggi,
e l'uso raffinato dei mascherini con cui esaltare il primo piano dei
volti, rafforzando il pathos emozionale del racconto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Un’ambizione alta,
dunque, che si sposa alla figura di raccordo dei quattro episodi del
film: una madre simbolica che culla incessantemente un bimbo. Anche
il montaggio più serrato, con la contemporanea risoluzione finale
degli episodi in un crescendo emozionale, risulta quanto mai efficace
(la definizione “finale alla Griffith” è ancora in uso).
Illuminante la scena finale del film, atta a sottolineare la
necessità di un forte giudizio critico per denunciare l’ingiustizia
del mondo degli uomini ed avvicinarsi alla compassione, che
preannuncia il sorgere di una nuova civiltà. Con <i>Intolerance</i>
Griffith parla ai nostri cuori mettendo in ombra il cervello.
Tuttavia la sua capacità inventiva ha una sua base intellettuale,
così come la volontà di lanciare un messaggio che non fu
adeguatamente compreso né raccolto dal pubblico dell’epoca.</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-83185506441042172362016-03-05T00:18:00.001+01:002016-06-22T10:31:52.697+02:00Quella foglia sul lucernaio: ROOM<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig5X0KdnzTc1otqYuIcCR2SMWGfIs4jP_Oc2vJ2I5lPlWQ8tIpTezxb3HL8t7HiQcpfA3hmhb8NvqzxZM_xN-6qKnx6h6WdSN3dOFEQpFayrFfnLEHQgRbCh7WYRzbjk8THXpvpj58zsUS/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig5X0KdnzTc1otqYuIcCR2SMWGfIs4jP_Oc2vJ2I5lPlWQ8tIpTezxb3HL8t7HiQcpfA3hmhb8NvqzxZM_xN-6qKnx6h6WdSN3dOFEQpFayrFfnLEHQgRbCh7WYRzbjk8THXpvpj58zsUS/s1600/download.jpg"></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Brie Larson</b>, fresca di oscar
come miglior attrice è <i>Joy/Mà</i> in <b>ROOM</b>, regia di
<b>LennyAbrahamson</b>.Il film sbarca nelle nostre sale,dopo l'anteprima
alla scorsa edizione del festival di Roma,dove ha ricevuto una calda
accoglienza di pubblico e critica,e dopo aver raccolto il premio del
pubblico allo scorso festival di Toronto e svariati altri premi e
candidature.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Jacob
Tremblay </b>è
<i>Jack</i> il figlio di <i>Mà</i>,che
compie gli anni(cinque) proprio nel giorno con il quale si apre il
film.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'universo
nel quale vivono <i>Jack e Mà, </i>è
una stanza di pochi metri chiusa da una porta blindata e un
piccolo lucernaio al soffitto. La stanza ha poche suppellettili e il
minimo necessario per soddisfare le necessità vitali:
<i>Armadio,Tavolo,Comodino,Specchio, Televisore</i>
e pochi altri.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ed è
così che li chiama <i>Jack ,</i>con
un nome proprio; dandogli una sorta di vita autonoma, che va oltre la
loro funzione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Mà,</i>ha
creato per <i>Jack </i>un
universo illusorio che rende possibile e tollerabile ad entrambi,di
sopravvivere in pochi metri. Allevandolo nella convinzione che la
<i>Stanza</i> è la sola
realtà esistente; e anche le immagini che gli rimanda il
televisore, sono delle “magie illusorie”.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Anche
il <i>vecchio Nick,</i>per il
quale <i>Jack </i>è
costretto a dormire nell'armadio, mentre la madre viene regolarmente
abusata ogni notte,non sa che è suo padre;ma solo colui che
porta cibo,vestiario e a volte,qualche gioco. <i>Joy/Mà</i>
è in realtà stata rapita a 17 anni, e tenuta segregata dal suo
carnefice insieme a<i> Jack</i>,
nato dopo le violenze subìte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il giorno del compleanno,quando si fa più concreta ed imminente la
possibilità di essere entrambi uccisi dal <i>vecchio Nick;</i>
<i>Mà </i>si vede costretta
a rivelare a <i>Jack</i> che
esiste un mondo reale, al di là della <i>Stanza</i>,ed
è necessario che lui si prepari a fuggire per riuscire a salvare
entrambi dalle cattive intenzioni del <i>vecchio Nick</i>....</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il
film è l'adattamento del romanzo di <b>Emma
Donoghue:</b><i>Stanza,Letto,Armadio,
Specchio.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La
stessa scrittrice ha curato anche la sceneggiatura del film, e si è<i>
</i>ispirata
alle cronache reali del caso Fritzl.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Subito il film ci proietta nel rapporto di esclusiva simbiosi che
esiste tra <i>Jack e
Mà</i>,
vissuto nell'universo- <i>Stanza</i>,dove
ogni oggetto ogni parola detta,ogni azione si veste di realtà solo
in funzione di questa, e dei limiti di spazio di cui dispone.
Attraverso gli occhi di <i>Jack,</i>
scopriamo lo scorrere della sua vita fino al quinto compleanno;vita
fatta di ritualità quotidiane basiche che proteggono in qualche modo, <i>Jack</i>
e la sua crescita. Insieme a<i> Mà ,</i> lava i denti, fa ginnastica, vede le
immagini “piatte e irreali” della tv, ed ascolta le favole che gli racconta, prima
di essere chiuso nell'armadio per l'arrivo del <i>vecchio
Nick.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'occhio
del regista che lo segue con la macchina, compie l'impresa di farci
vedere</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dilatati
tempo e spazio, proprio come li vedono i suoi occhi; anche se a volte
ambiguamente indugia sullo sguardo di <i>Nick</i>
che osserva incuriosito e perplesso una foglia posarsi sul vetro del
lucernaio,unico ponte con l'ignoto sconosciuto. Tutto procede fino
allo snodo decisivo del rivelamento di una realtà/altra al di là
della <i>Stanza</i>,
e la necessità di raggiungerla per la salvezza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E
se fino a questo punto il film ha avuto un andamento lineare con
ritmo da thriller con il suo acme nella fuga rocambolesca;
prevedibilmente il film avrebbe potuto finire qui.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Invece
dapprima spiazzando e disorientando, poi recuperando i fili di una
continuità narrativa ed emotiva, ci introduce ad un seconda parte
non meno efficace, ancorchè dolorosa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non
è azzardato accostare le dinamiche del rapporto madre-figlio nel
film con il mito della caverna di Platone.La seconda nascita di <i>Jack</i>
in una realtà letteralmente accecante e sovradimensionata,oltrechè
multisensoriale, metterà a dura prova gli equilibri fino ad allora, garantiti dalla <i>Stanza.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E
pur avendo qualche piccolo cedimento quì e là,soprattutto nel
delineare il reinserimento di <i>Joy/Mà
</i>nella
nuova e mutata realtà familiare; il film scorre,soprattutto in virtù
dell'interpretazione del giovanissimo <b>Tremblay,
</b>che
sostiene con la sola incisività della sua interpretazione anche i
buchi di scrittura nel personaggio di <i>Mà.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwoWc0Mgxh8EhJmbWqI0Gc8AsouMkeAtneJNkDuTYPSp9A9L8hy45VTcgJJnYuunwZH0_6XD64PxeO7POPMBFYkuqvqAb1bMfcE73XktG8OkRi3KaScyRIvUeMp7q0VWygqn3NJIabVva7/s1600/screen+shot+2015-09-22+at+11.04.48+am.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwoWc0Mgxh8EhJmbWqI0Gc8AsouMkeAtneJNkDuTYPSp9A9L8hy45VTcgJJnYuunwZH0_6XD64PxeO7POPMBFYkuqvqAb1bMfcE73XktG8OkRi3KaScyRIvUeMp7q0VWygqn3NJIabVva7/s320/screen+shot+2015-09-22+at+11.04.48+am.png" width="320"></a>Vincente
risulta la chiave di lettura del regista <b>Abrahamson</b>(ricordiamo
gli ottimi <b>Garage e
Frank</b>),che
capovolge la prospettiva di un film che avrebbe potuto cedere
banalmente al ricatto sentimentale o alla retorica sociologica. Nel
finale aperto, <i>Jack</i>
torna per un'ultima volta nella <i>Stanza</i>,individuando
in essa, l'unico aiuto/riferimento per decodificare un futuro
altrimenti incerto.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sull'interpretazione
della <b>Larson</b>
si sono già espresse abbondantemente le cronache ed i
riconoscimenti avuti. Bravi anche tutti gli altri comprimari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma
il <i>vero
</i>protagonista
è il giovanissimo <b>Jacob
Tremblay</b>,
che con la sua straordinaria interpretazione è il motore pulsante
del film, giustificandone già da solo,il valore.<br>
Vedetelo in lingua originale se possibile.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da
non perdere</div>
<br>
<br>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-14785010940240803042016-02-18T00:26:00.000+01:002016-02-18T13:13:36.588+01:00Spotlight<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoj3VoS6HASk1DmcUNdY1owQdbSXyoj6V0oXVHon-J2GLyF9Efo2v85xHl51nogGvZdioTnVxwFYIEvz9D1X1khTgxNEXur_JFDTgTeBcLVG1bMl7Jvrh50FqTg-a_rqtd_ebkiwJ5mfTf/s1600/Spotlight.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoj3VoS6HASk1DmcUNdY1owQdbSXyoj6V0oXVHon-J2GLyF9Efo2v85xHl51nogGvZdioTnVxwFYIEvz9D1X1khTgxNEXur_JFDTgTeBcLVG1bMl7Jvrh50FqTg-a_rqtd_ebkiwJ5mfTf/s320/Spotlight.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
“<b>E' LA STAMPA BELLEZZA”.</b></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
Tutti
gli uomini del Vaticano<b> </b>ne<b>
Il caso Spotlight(Spotlight)</b> di
Thomas<b> </b>McCarthy.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
film di McCarthy mette in scena l'inchiesta con la quale nel 2002,
l'unità di giornalismo investigativo del Boston Globe,denominata
“Spotlight”, portò alla luce lo scandalo degli abusi sessuali
perpetrati ai danni di migliaia di bambini ed adolescenti da parte di
centinaia di preti pedofili(nella sola Boston) e sistematicamente
coperti ed insabbiati dall'allora arcivescovo di Boston,Bernard Law.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Tutto,unitamente
al consenso delle gerarchie Vaticane, nonchè alla connivenza
omertosa di varie istituzioni cittadine e buona parte della città
stessa.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">In
seguito alla pubblicazione degli articoli/denuncia, il Boston Globe
ed il suo team di giornalisti,</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">fu
insignito,nel 2003,del prestigioso premio Pulitzer.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">L'inchiesta
ha dato inizio al grande scandalo della pedofilia presente nella
chiesa cattolica,che ben presto ha assunto,per i suoi
numeri,rilevanza mondiale. Ed è,a tutt'oggi, lungi dall'essere
risolto.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
film si inserisce nel solco tracciato dalla cinematografia di
denuncia degli anni 70; che ha in Lumet e Pakula due testimoni
d'eccellenza.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ma
attraverso il lavoro di fine cesello che il regista ha fatto nella
sceneggiatura,in collaborazione con </span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>Josh
Singer</b></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">;
</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>S</b></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.
si allontana da quei modelli, perchè non contiene alcun
momento,seppur minimo,di compiacimento nel suo svolgimento;nè nella
scrittura di alcuno dei personaggi. </span>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ben
presente nel film,è invece la consapevolezza della funzione sociale
e civile, che i quattro giornalisti hanno del loro operato.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Così
come il film,evidenzia una sua peculiare consapevolezza, nel
rappresentarla.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Perfettamente
bilanciati infatti,sono i due aspetti:quello documentale e quello
delle esigenze spettacolari della rappresentazione, fusi con estremo
rigore e chiarezza espositiva.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
che non esclude peraltro, che il film proceda con un crescendo, che
ha il pathos avvincente di un thriller.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Così
come confermato dallo stesso regista,</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>S</b></span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.non
è un film sulla pedofilia o contro la fede; ma contro l'abuso del
potere e le sue molteplici e distorte diramazioni.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
film punta il suo focus sul mestiere di giornalista e sulle domande
che, inevitabilmente, si pongono sul ruolo ed i limiti professionali
e personali, entro i quali è giusto e doveroso agire.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">E
nella cornice puntuale e simbolica della cattolicissima Boston, dove
si annidano i meccanismi perversi assurti a “sistema”,che hanno
soffocato, e insieme determinato il non voler “vedere”; si
muovono i giornalisti </span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Michael
Keaton</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
nel ruolo del caporedattore Walter Robinson, </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Mark
Ruffalo</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
in quello di Mike Rezendes, </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Rachel
McAdams</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
come Sacha Pfeiffer e </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Brian
d’Arcy</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
nei panni di James Matt Carroll.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Oltre
al direttore deus ex machina </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>John
Slattery</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
come Ben Bradlee Jr.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Tutti
impeccabili e calibratissimi nei loro ruoli, ad eccezione di </span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ruffalo,
</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">il
cronista più “caldo” ed impetuoso che vive il caso come
un'urgenza personale(giustamente candidato all'oscar).</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dopo
la fatica dell'affrontare mille reticenze,le corse, gli ostacoli e le
trappole ricattatorie, dopo aver attraversato il dolore delle
vittime: “si può dire di no a Dio?”. </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ed
aver messo in luce ciò che regola i delicati equilibri tra
responsabilità personale e dovere civile;senza dimenticare neanche
le proprie iniziali responsabilità nell'aver sottovalutato le prime
denunce..</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">ecco
arrivare le domande ed i tormenti personali ai quali dare una
risposta. </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">E
le risposte saranno tutte nel rumore di quelle rotative, oramai in
moto, </span></span>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">inesorabilmente.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Da
vedere</span></span></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-24434199304098460332015-10-12T11:38:00.001+02:002015-10-12T11:38:12.617+02:00Il modo tuo d'amare<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp5O5QxYWs-f9m6GJVkvTZFMhrArk_2yABHtHdzCaBSsWcq-6Hb8TU8z479ez0Nu7dUjnxU_tF83M_j0x6aBnRvwc-UVHO1dYKwHhGUhDH2Bc_bm_dX29-4lsfFO4vVheP82g4Z6Iqz3L9/s1600/Morning.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp5O5QxYWs-f9m6GJVkvTZFMhrArk_2yABHtHdzCaBSsWcq-6Hb8TU8z479ez0Nu7dUjnxU_tF83M_j0x6aBnRvwc-UVHO1dYKwHhGUhDH2Bc_bm_dX29-4lsfFO4vVheP82g4Z6Iqz3L9/s320/Morning.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="clear: both; margin: 1em 0px 2em; padding: 0px 1em;">
<br /></div>
<div style="clear: both; margin: 1em 0px 2em; padding: 0px 1em;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><em>Il modo tuo d’amare</em><br /><em>è lasciare che io t’ami.</em><br /><em>Il sì con cui ti abbandoni</em><br /><em>è il silenzio. I tuoi baci</em><br /><em>sono offrirmi le labbra</em><br /><em>perché io le baci.</em><br /><em>Mai parole e abbracci</em><br /><em>mi diranno che esistevi</em><br /><em>e mi hai amato: mai.</em><br /><em>Me lo dicono fogli bianchi,</em><br /><em>mappe, telefoni, presagi;</em><br /><em>tu, no.</em><br /><em>E sto abbracciato a te</em><br /><em>senza chiederti nulla, per timore</em><br /><em>che non sia vero</em><br /><em>che tu vivi e mi ami.</em><br /><em>E sto abbracciato a te</em><br /><em>senza guardare e senza toccarti.</em><br /><em>Non debba mai scoprire</em><br /><em>con domande, con carezze</em><br /><em>quella solitudine immensa</em><br /><em>d’amarti solo io.</em></span></div>
<div style="clear: both; margin: 1em 0px 2em; padding: 0px 1em;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><em>Pedro Salinas</em></span></div>
<div>
<em><br /></em></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-65053461770216412812015-09-25T00:46:00.001+02:002015-10-12T11:35:55.350+02:00Nuovolosità<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkSJyOju01hSC1sFDzatpJEVl3EoMP70U7yJumbMhsEziVo1AYUg7Qs7P5yDuL1UVkLne1B8VYCH7n_iImEQCctzG0DuUHc5njKs5oUYkoXQ8dPpjHfOuGq4pFHr80l4DtHhMO1l6BqoIB/s640/blogger-image--1908654198.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkSJyOju01hSC1sFDzatpJEVl3EoMP70U7yJumbMhsEziVo1AYUg7Qs7P5yDuL1UVkLne1B8VYCH7n_iImEQCctzG0DuUHc5njKs5oUYkoXQ8dPpjHfOuGq4pFHr80l4DtHhMO1l6BqoIB/s320/blogger-image--1908654198.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">In mattinata si manifestarono<br />due o tre malinconie<br />a cui nel pomeriggio<br />sopraggiunse una terza,<br />a sera quando si temeva<br />che le malinconie si tramutassero<br />in tristezza irreversibile,<br />la memoria senza nostalgia</span></div>
<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">cominciò a produrre anticorpi.</span></div>
<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Visto da qua è aldilà<br />da là è aldiquà<br />se invece sbagliando<br />finissimo nell’aldilì?<br />Vedremmo attoniti un qui<br />fissi nell’aldilì<br />anche se in realtà<br />noi non possiamo venire<br />che dall’aldiquà<br />perché siam destinati all’aldilà<br />per tautologica omertà,<br />venendo dall’aldiquì<br />potremmo sbattere nel dilì<br />più in là dell’aldilà<br />e là più non si sa<br />se più vicino al dunque<br />è l’ aldilì o l’aldilà,<br />comunque di colà.</span></div>
<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Vito Riviello</span></div>
<div style="border: 0px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">da “Monumentànee” 1992</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both;">
<br /></div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-95303396641117402015-08-14T14:01:00.002+02:002015-08-14T14:01:40.761+02:00I fiori "immorali" di Aldo Palazzeschi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguy9wzHduSaOWrYZIVTyLMzg1SoZDtOodmH0oq3-ZFGUkogHwYR9G6wNC8Mgi9Kfsi4XNa1NVTMDh5I7bsYJitPbtx4KjgcC6tBBWF1PKbJPz7UToRUVb5gbyuPqXBnCm2uNHl00WesR4k/s1600/fiore+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguy9wzHduSaOWrYZIVTyLMzg1SoZDtOodmH0oq3-ZFGUkogHwYR9G6wNC8Mgi9Kfsi4XNa1NVTMDh5I7bsYJitPbtx4KjgcC6tBBWF1PKbJPz7UToRUVb5gbyuPqXBnCm2uNHl00WesR4k/s200/fiore+1.jpg" width="200" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMkxbuoySn8jQgCBc_zWwFUgHkh8Tod2BwOGO5lPnWCp6MxSaBRgXv49sx5BJglQNdD3EFhVHXSc4_MKKvOURaADg0XBTdFDxg_sRhf_cB_eqU0DCEjqVx78Aea3Kf6TrKg1Wp1sPmZjYV/s1600/fiore3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMkxbuoySn8jQgCBc_zWwFUgHkh8Tod2BwOGO5lPnWCp6MxSaBRgXv49sx5BJglQNdD3EFhVHXSc4_MKKvOURaADg0XBTdFDxg_sRhf_cB_eqU0DCEjqVx78Aea3Kf6TrKg1Wp1sPmZjYV/s200/fiore3.jpg" width="200" /></a></div>
<div>
<b><i><br /></i></b></div>
<div>
<b><i><span style="font-size: large;">I Fiori</span></i></b></div>
<div>
<b><i><span style="font-size: large;"><br /></span></i></b></div>
<div>
<b><i>Non
so perché quella sera,</i></b><div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><i>fossero i troppi profumi del
banchetto...<br />irrequietezza della primavera...<br />un’indefinita
pesantezza<br />mi gravava sul petto,<br />un vuoto infinito mi sentivo
nel cuore...<br />ero stanco, avvilito, di malumore.<br />Non so perché,
io non avea mangiato,<br />e pure sentendomi sazio come un re<br />digiuno
ero come un mendico,<br />chi sa perché?<br />Non avevo preso parte<br />alle
allegre risate,<br />ai parlar consueti<br />degli amici gai o
lieti,<br />tutto m’era sembrato sconcio,<br />tutto m’era parso
osceno,<br />non per un senso vano di moralità,<br />che in me non
c’è,<br />e nessuno s’era curato di me,<br />chi sa...<br />O la
sconcezza era in me...<br />o c’era l’ultimo avanzo della
purità.<br />M’era, chi sa perché,<br />sembrata quella
sera<br />terribilmente pesa<br />la gamba<br />che la buona vicina di
destra<br />teneva sulla mia<br />fino dalla minestra.<br />E in
fondo...<br />non era che una vecchia usanza,<br />vecchia quanto il
mondo.<br />La vicina di sinistra,<br />chi sa perché,<br />non mi aveva
assestato che un colpetto<br />alla fine del pranzo, al caffè;<br />e
ficcatomi in bocca mezzo confetto<br />s’era voltata in là,<br />quasi
volendo dire:<br />"ah!, ci sei anche te".</i></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><i>Quando
tutti si furono alzati,<br />e si furono sparpagliati<br />negli angoli,
pei vani delle finestre,<br />sui divani<br />di qualche romito
salottino,<br />io, non visto, scivolai nel giardino<br />per prendere un
po’ d’aria.<br />E subito mi parve d’essere liberato,<br />la
freschezza dell’aria<br />irruppe nel mio petto<br />risolutamente,<br />e
il mio petto si sentì sollevato<br />dalla vaga e ignota pena<br />dopo
i molti profumi della cena.<br />Bella sera luminosa!<br />Fresca, di
primavera.<br />Pura e serena.<br />Milioni di stelle<br />sembravano
sorridere amorose<br />dal firmamento<br />quasi un’immane cupola
d’argento.<br />Come mi sentivo contento!<br />Ampie, robuste
piante<br />dall’ombre generose,<br />sotto voi passeggiare,<br />sotto
la vostra sana protezione<br />obliare,<br />ritrovare i nostri pensieri
più cari,<br />sognare casti ideali,<br />sperare, sperare,<br />dimenticare
tutti i mali del mondo,<br />degli uomini,<br />peccati e debolezze,
miserie, viltà,<br />tutte le nefandezze;<br />tra voi fiori
sorridere,<br />tra i vostri profumi soavi,<br />angelica carezza di
frescura,<br />esseri puri della natura.<br />Oh! com’ è
bello<br />sentirsi libero cittadino<br />solo,<br />nel cuore di un
giardino.<br />- Zz... Zz…<br />- Che c’è?<br />- Zz... Zz...<br />- Chi
è?<br />M’avvicinai donde veniva il segnale,<br />all’angolo del
viale<br />una rosa voluminosa<br />si spampanava sulle spalle<br />in
maniera scandalosa il décolleté.<br />- Non dico mica a te.<br />Fo
cenno a quel gruppo di bocciuoli<br />che son sulla spalliera,<br />ma
non vale la pena.<br />Magri affari stasera,<br />questi bravi
figliuoli<br />non sono in vena.<br />- Ma tu chi sei? Che fai?<br />-
Bella, sono una rosa,<br />non m’hai ancora veduta?<br />Sono una rosa
e faccio la prostituta.<br />- Te?<br />- Io, sì, che male c’ è?<br />-
Una rosa!<br />- Una rosa, perché?<br />All’angolo del viale<br />aspetto
per guadagnarmi il pane,<br />fo qualcosa di male?<br />- Oh!<br />- Che
diavolo ti piglia?<br />Credi che sien migliori,<br />i fiori,<br />in seno
alla famiglia?<br />Voltati, dietro a te,<br />lo vedi quel cespuglio<br />di
quattro personcine,<br />due grandi e due bambine?<br />Due rose e due
bocciuoli?<br />Sono il padre, la madre, coi figlioli.<br />Se la
intendono... e bene,<br />tra fratello e sorella,<br />il padre se la fa
colla figliola,<br />la madre col figliolo...</i></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><i>Che
cara famigliola!<br />È ancor miglior partito<br />farsi pagar l’amore<br />a
ore,<br />che farsi maltrattare<br />da un porco di marito.<br />Quell’oca
dell’ortensia,<br />senza nessun costrutto,<br />si fa sì finir
tutto<br />da quel coglione<br />del girasole.<br />Vedi quei due
garofani<br />al canto della strada?<br />Come sono eleganti!<br />Campano
alle spalle delle loro amanti<br />che fanno la puttana<br />come me.<br />-
Oh! Oh!<br />- Oh! ciel che casi strani,<br />due garofani
ruffiani.<br />E lo vedi quel giglio,<br />lì, al ceppo di quel
tiglio?<br />Che arietta ingenua e casta!<br />Ah! Ah! Lo vedi? È un
pederasta.<br />- No! No! Non più! Basta.<br />- Mio caro, e ci posso
far qualcosa<br />io,<br />se il giglio è pederasta,<br />se puttana è la
rosa?<br />- Anche voi!<br />- Che maraviglia!<br />Lesbica è la
vainiglia.<br />E il narciso, quello specchio di candore,<br />si
masturba quando è in petto alle signore.<br />- Anche voi!<br />Candidi,
azzurri, rosei,<br />vellutati, profumati fiori...<br />- E la
violacciocca,<br />fa certi lavoretti con la bocca...<br />- Nell’ora
sì fugace che v’è data...<br />- E la modestissima
violetta,<br />beghina d’ogni fiore?<br />Fa lunghe processioni di
devozione<br />al Signore,<br />poi... all’ombra dell’erbetta,<br />vedessi
cosa mostra al ciclamino...<br />povero lilli,<br />è la più gran
vergogna<br />corrompere un bambino<br />- misero pasto delle
passioni.<br />Levai la testa al cielo<br />per trovare un respiro,<br />mi
sembrò dalle stelle pungermi<br />malefici bisbigli,<br />e il
firmamento mi cadesse addosso<br />come coltre di spilli.<br />Prono mi
gettai sulla terra<br />bussando con tutto il corpo affranto:<br />-
Basta! Basta!<br />Ho paura.<br />Dio,<br />abbi pietà dell’ultimo tuo
figlio.<br />Aprimi un nascondiglio<br />fuori della natura!</i></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><i><br /></i></b></div>
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<b>Aldo
Palazzeschi</b></div>
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<b><i>(da L'Incendiario)</i></b></div>
<div style="background-color: white; clear: none; font-family: 'Open Sans', sans-serif; line-height: 16pt; margin-bottom: 2em; margin-top: 1em; padding: 0px 2em 0px 0px;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1638194893087295623.post-81243298445801744742015-06-30T11:14:00.000+02:002015-06-30T11:14:10.079+02:00 David Grossman<div class="post_title small" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; color: #343434; font-family: georgia, serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; line-height: 21px; margin: 0px 0px 10px 7px; outline: none 0px; padding: 0px 20px; text-indent: -7px; vertical-align: baseline;">
“<span class="quote" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; text-rendering: optimizeLegibility; vertical-align: baseline; word-break: break-word;">È una legge non scritta: chi vuol starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima. Perché qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi. Uno sguardo ben mirato basterebbe. Non sto scherzando. Sono convinto che da qualche parte, dentro di me, c'è un punto vulnerabile che chiunque, anche uno sconosciuto, può vedere e colpire. Eliminarmi con una parola.</span>”</div>
<div class="post_body" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: 'Helvetica Neue', HelveticaNeue, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-stretch: inherit; line-height: 21px; margin: 0px; outline: none 0px; overflow: hidden; padding: 2px 20px 0px; vertical-align: baseline; word-wrap: break-word;">
<table class="quote_source_table" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border-collapse: collapse; border-spacing: 0px; border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; table-layout: fixed; vertical-align: baseline; width: 500px;"><tbody style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<tr style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><td class="quote_source_mdash" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; vertical-align: text-top; width: 20px;"></td><td class="quote_source" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); border: 0px; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: none 0px; padding: 0px; vertical-align: text-top; width: 480px; word-break: break-word; word-wrap: break-word;"> (Che tu sia per me il coltello)</td></tr>
</tbody></table>
</div>
Franca Maenzahttp://www.blogger.com/profile/15635581297973221325noreply@blogger.com0