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mercoledì 26 giugno 2019

Piccolo Schermo d'antan: A come Andromeda.






L'esordio della fantascienza nella serialità televisiva degli anni 70:

-A come Andromeda- un'aliena in tv.


Nella televisione degli anni 70 che seguì quella più didattica dei grandi classici letterari trasmessi negli anni 60 adattati in forma di “sceneggiato”,si aprirono nuovi spazi ed opportunità nella programmazione. Queste produzioni seppero cogliere i mutamenti culturali della società determinando nuovi orientamenti nei gusti del pubblico televisivo,e creando nel contempo nuove aspettative. Il momento sembrò propizio a poter sperimentare. E così si fece, nelle forme e nei contenuti, producendo adattamenti di generi ben lontani da quelli fino ad allora proposti. Dopo il primo grande successo, conseguito da il Segno del Comando che inaspettatamente, aveva sdoganato il soprannaturale presso il grande pubblico, il momento sembrò favorevole ad un ulteriore azzardo per i palinsesti dell'epoca. La fantascienza sbarcò sul piccolo schermo con lo sceneggiato A come Andromeda. In realtà, lo sceneggiato fu il remake di un telefilm della BBC inglese interpretato qualche anno prima da una sconosciuta Julie Christie. In Italia si affidò la realizzazione dell'adattamento televisivo alla solida competenza di traduttore e scrittore sci-fi di Inisero Cremaschi. La regia fu di Vittorio Cottafavi, la cui figura di autore cinematografico era stata assai apprezzata e valorizzata in Francia, dai Cahiers du Cinema.
Cottafavi per sensibilità ai temi e alle implicazioni etico filosofiche, sollecitate dalla storia, che appartenevano alla sua formazione letterario-filosofica, fu l’uomo giusto al momento giusto. La vicenda prende le mosse dalla decrittazione del segnale captato da un potente telescopio da poco inaugurato in Inghilterra, e proveniente dalla lontana galassia M31. Il segnale si rivelerà essere un messaggio,che il brillante fisico J.Fleming riuscirà a tradurre dall'originale forma binario-matematica. Questo darà modo al suo team di scienziati di costruire un sofisticato (per i tempi) calcolatore elettronico, che eseguirà le indicazioni dettate della misteriosa entità aliena. La costruzione del calcolatore elettronico smuoverà gli interessi della fantomatica INTEL organizzazione spionistica che intreccerà i suoi interessi con quelli delle organizzazioni militari e governative angloamericane. “La macchina” dopo aver ucciso la dott. Christine Flemstd nell' incauto tentativo di procurarsi tutti i dati possibili sulla razza umana; riesce con l'appoggio della biologa Madaleine Danway a replicare una creatura vivente, Andromeda, che ha le fattezze della defunta Christine. Ma quali sono i fini dell'entità aliena ora che si è dotata di un “tramite” in carne e ossa? Attorno alla glaciale e diafana Andromeda(in origine interpretata dall'icona pop Patty Pravo,poi sostituita dalla brava Nicoletta Rizzi) si muovono sempre più, pressanti, gli interessi militari ed economici di governi ed organizzazioni come la INTEL. Intanto la giovane spia governativa Judy Adamson, ha il compito di monitorare il progetto di un farmaco realizzato dal calcolatore con il supporto di Andromeda e proteggere J.Fleming dalle insidie della INTEL. Quest'ultimo però è combattuto dalla crescente volontà di abbandonare il progetto verso il quale nutre sempre più dubbi. Judy cedendo ai sentimenti, finirà per innamorarsene. Andromeda inizialmente dominata dalla parte razionale legata alla natura del rapporto simbiotico con il calcolatore, contaminerà la sua natura originaria di fredda esecutrice, stando a contatto con i sentimenti e l'imperfezione della natura umana. Anch'essa si lascerà coinvolgere da Fleming, che in realtà è interessato a lei principalmente per scoprire gli scopi del calcolatore e ostacolarne i subdoli intendimenti. I mille dubbi che finalmente avevano creato una breccia nell'iniziale entusiasmo della biologa Danway, trovano una prima risposta proprio nell'avvelenamento di quest'ultima da parte del calcolatore, che ha elaborato un virus spacciato per antidoto capace di curarla dopo una malattia che lui stesso le aveva procurato. Fleming non ha più dubbi: dopo un drammatico e tenero colloquio con Andromeda con l'aiuto di Judy, di un membro compiacente del governo, e sopratutto della stessa Andromeda; fa a quest'ultima un ultima e definitiva richiesta: dovrà introdursi nella stanza del calcolatore e distruggerlo insieme alla copia dei dati che sono serviti per costruirlo. La ragazza eseguirà quanto chiesto da Fleming e pagherà sacrificando con il suicidio la sua vita, quella che sente ormai come inutile. Le ultime parole che Fleming rivolge al suo cadavere, sembrano essere un monito a noi umani:” Abbiamo creato la vita ma non abbiamo saputo dargli la volontà di vivere”.


Lo sceneggiato conserva ancora oggi un indubbio fascino che gli deriva dall'accattivante messa in scena e dalla fotografia in bianco e nero che ha saputo ben rendere le atmosfere brumose misteriose e ambigue della Scozia, ricreate nella Sardegna tra capo Caccia e la Gallura. Lo sceneggiato fu tra i primi a servirsi delle riprese in esterni. Il lavoro egregio di Cremaschi e Cottafavi fu supportato da un cast in stato di grazia a cominciare da Luigi Vannucchi , Nicoletta Rizzi, Paola Pitagora,Tino Carraro, Gabriella Giacobbe, Franco Volpi. Soprattutto per quel che riguarda i personaggi femminili si nota un bel lavoro di scrittura ed approfondimento psicologico che sembra riscattare un po' tutti gli stereotipi di genere che ne limitavano le possibili declinazioni espressive e narrative. Giovandosi in questo, del clima culturale degli anni 70 che consentiva sicuramente una maggiore libertà espressiva alla scrittura dei personaggi. Percorso da interrogativi etico -filosofici ancora attualissimi, che ancorché propri del genere sono anche quelli insiti da sempre nella natura umana. Il lavoro mette in scena e misura la distanza ottusa tra scienza e militari, ci parla del prezzo da pagare per il progresso della conoscenza, di bioetica, come nella tormentata e ribelle figura di Fleming e della biologa Danway. Mostra la struggente parabola di Andromeda creatura con forma umana e natura aliena che si sacrificherà per l'impossibilità di una scelta identitaria. Cottafavi orchestra con autenticità dosando sapientemente gli spunti di una riflessione profonda sull'avventura umana, confezionata in maniera non paludata e che sa parlare al pubblico popolare,nell'accezione più nobile del termine. Il finale mostra ancora una volta il genere umano che rimane solo nell'universo con le sue paure e il suo egoismo. Grande successo all'epoca e grande nostalgia oggi, per un prodotto così intelligentemente curato, da resistere al tempo, intatto nel suo appeal.