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domenica 28 aprile 2019

Stan & Ollie: un'amicizia irresistibile.


Sceneggiatura di Jeff Pope, regia di Jon S.Baird.

Il tenero e nostalgico biopic dedicato alla più grande coppia comica della storia del cinema, si apre con un lungo piano sequenza, che fornisce fin dalle prime battute le chiavi delle coordinate entro le quali si muove la messinscena di un segmento particolare della gloriosa avventura professionale della coppia. Senza mai distogliere il focus da quanto la quota professionale della loro storia, fosse indissolubilmente intrecciata alla vita personale e all'amicizia profonda che li unì. Siamo nel 1937 i due geni dello slapstick sono all’apice della fama: Stan lo smilzo e Oliver “Babe”, nell'evidenziare la loro diversità, si mostrano al pubblico mondiale già fisiologicamente destinati alla complementarietà: Stan lavoratore instancabile e poliedrico è la mente che si batte fieramente per gestire e tutelare tutti gli aspetti creativi, produttivi, ed economici, della coppia; soprattutto contro gli interessi del viscido produttore Hal Roch, che non gli riconosce una più consona collocazione artistica ed economica. Babe d'altro canto, tanto affabile quanto avventato, sperpera con noncurante leggerezza il denaro guadagnato,in divorzi e cavalli. All'orizzonte si profilano i segnali di una frattura professionale che si concretizzerà quando Hardy, vincolato dal contratto con Roach, non seguirà Stan nel tentativo di affrancarsi definitivamente dal produttore.Girerà invece, con un nuovo partner, il film-Zenobiacon esiti deludenti. Dopo un salto temporale di sedici anni, ed un deciso cambio d'atmosfera, li ritroviamo nel 1953 di nuovo insieme. Nel cono d'ombra di una parabola al declino, si apprestano ad iniziare una tournée teatrale in Inghilterra, fiduciosi che una rinnovata popolarità nel vecchio continente gli possa garantire il finanziamento di un film -Robin Hood- vagheggiato come il loro canto del cigno. Le mogli Lucille(Shirley Henderson) e Ida(Nina Arianda), entrambe votate a proteggerli da tutto e tutti, vengono tenute all'oscuro e aspettano di raggiungerli dall'America in tempo per l'inizio delle riprese. La realtà inglese si mostrerà subito ben diversa dalle aspettative. In pensioni di second'ordine e teatri di provincia semivuoti, i due gestiti dal cinico impresario Bernard Lafont(Rufus Jones) non demordono; confidando nella professionalità solidissima costruita negli anni. I teatri infatti, via via torneranno a riempirsi; ma l'amicizia presenterà il conto alla logica dello “show must go on” che aveva fagocitato la carriera fino a quel momento. La necessità di affrontare tradimenti e diversità mai metabolizzate, si fa urgente, irrinunciabile. E' una necessità intima, che attiene alla storia personale, all'amicizia prima d'ogni altra cosa. I toni della commedia diventano crepuscolari e toccanti; solo l'arrivo a Londra di Lucille Hardy e Ida Laurel distoglie lo spettatore, per qualche momento, dalla deriva quasi drammatica del film, offrendo siparietti arguti e sferzanti nei dialoghi, come in un  “doppio” femminile, speculare alla comicità dei mariti. Le performance di John C.Reilly-Hardy e Steve Coogan-Laurel sono strepitose nel riportare in scena la leggerezza naturale delle gag, frutto di studiatissime e coordinate tempistiche, e senza mai scadere nell'imitazione macchiettistica fine a se stessa. Al di la della trasformazione fisica data dal trucco, entrambi regalano un ritratto inedito della coppia, restituendo sfumature complesse delle loro personalità:soprattutto per lo Stan Laurel di Coogan. La comicità di Oliver e Hardy  cristallizza l'essenza senza tempo dello splapstick: quella della semplicità fanciullesca. Senza trascurare  lo studio e l'osservazione, affinata negli anni, dei meccanismi fondanti l'atto comico. Il meccanismo oliato della risata, che nasce dai giochi di parole e il nonsense di Laurel, unito alla mimica fisica straordinaria e complementare di entambi. Le scene più significative del film: quella dell'ospedale in cui diventa chiarissima  l'indissolubilità della coppia e quella conclusiva, del balletto Way out West”, che chiude la tournée segnando di  fatto la fine della loro carriera, sono uno struggente inno-omaggio alla nostalgia del sogno irripetibile di due artisti unici. Il suggello musicale che ricompone la coppia del tempo migliore, è un momento di autentica magia cinematografica. A tutto sopravvivrà  il frutto di un'amicizia irresistibile.
In sala dal 1 maggio. Da non perdere

sabato 6 aprile 2019

Aquila- l'Evento.




Aquila



Accade/
che si emigri.
E' vuoto, che disgiunge bottone dall'asola/
neppure/
bacino sicuro,alla tempesta di Dio.
Si cercano, ovunque/
febbrili/
spunte di odori senili,umidi fiati di latte.
Gioventù, canuta dal vento/
che sorge/ in pochi capelli, dai fili d'erba.
Riprovo a sentire, quel suono di cembalo/
il colore,contemplato/
in un attimo di chiesa.
E' smarrita l'alba/
tuttavia/
nel grigio, memore cemento.
©