Sceneggiatura
di Jeff Pope, regia di Jon S.Baird.
Il tenero e nostalgico biopic dedicato alla più
grande coppia comica della storia del cinema, si apre con un lungo
piano sequenza, che fornisce fin dalle prime battute le chiavi delle
coordinate entro le quali si muove la messinscena di un segmento
particolare della gloriosa avventura professionale della coppia. Senza mai distogliere il focus da quanto la quota
professionale della loro storia, fosse indissolubilmente intrecciata
alla vita personale e all'amicizia profonda che li unì.
Siamo nel 1937 i due geni dello slapstick sono all’apice della
fama: Stan lo smilzo e Oliver “Babe”, nell'evidenziare la loro
diversità, si mostrano al pubblico mondiale già fisiologicamente
destinati alla complementarietà: Stan lavoratore instancabile e
poliedrico è la mente che si batte fieramente per gestire e
tutelare tutti gli aspetti creativi, produttivi, ed economici, della
coppia; soprattutto contro gli interessi del viscido produttore Hal
Roch, che non gli riconosce una più consona collocazione artistica ed economica. Babe d'altro canto, tanto affabile quanto avventato, sperpera
con noncurante leggerezza il denaro guadagnato,in divorzi e
cavalli. All'orizzonte si profilano i segnali di una frattura
professionale che si concretizzerà quando Hardy, vincolato dal contratto con Roach, non seguirà Stan nel tentativo di affrancarsi
definitivamente dal produttore.Girerà invece, con un nuovo partner, il
film-Zenobia- con esiti deludenti. Dopo un salto temporale di sedici
anni, ed un deciso cambio d'atmosfera, li ritroviamo nel 1953 di nuovo insieme. Nel cono d'ombra di una parabola al declino, si
apprestano ad iniziare una tournée teatrale in Inghilterra,
fiduciosi che una rinnovata popolarità nel vecchio continente gli possa
garantire il finanziamento di un film -Robin Hood- vagheggiato come il
loro canto del cigno. Le mogli Lucille(Shirley
Henderson) e Ida(Nina Arianda), entrambe votate a
proteggerli da tutto e tutti, vengono tenute all'oscuro e aspettano di
raggiungerli dall'America in tempo per l'inizio delle riprese. La
realtà inglese si mostrerà subito ben diversa dalle aspettative.
In pensioni di second'ordine e teatri di provincia semivuoti, i due
gestiti dal cinico impresario Bernard Lafont(Rufus Jones) non
demordono; confidando nella professionalità
solidissima costruita negli anni. I teatri infatti, via via
torneranno a riempirsi; ma l'amicizia presenterà il conto alla
logica dello “show must go on” che aveva fagocitato la carriera fino a quel momento. La necessità di affrontare tradimenti e
diversità mai metabolizzate, si fa urgente, irrinunciabile. E' una
necessità intima, che attiene alla storia personale, all'amicizia
prima d'ogni altra cosa. I toni della commedia diventano
crepuscolari e toccanti; solo l'arrivo a Londra di Lucille Hardy e
Ida Laurel distoglie lo spettatore, per qualche momento, dalla deriva
quasi drammatica del film, offrendo siparietti arguti e sferzanti
nei dialoghi, come in un “doppio” femminile, speculare
alla comicità dei mariti. Le performance di John C.Reilly-Hardy e
Steve Coogan-Laurel sono strepitose nel riportare in scena la
leggerezza naturale delle gag, frutto di studiatissime e coordinate
tempistiche, e senza mai scadere nell'imitazione macchiettistica fine a
se stessa. Al di la della trasformazione fisica data dal trucco, entrambi regalano un ritratto inedito della coppia, restituendo
sfumature complesse delle loro personalità:soprattutto per lo Stan Laurel di
Coogan. La comicità di Oliver e Hardy cristallizza l'essenza senza tempo dello
splapstick: quella della semplicità fanciullesca. Senza trascurare lo
studio e l'osservazione, affinata negli anni, dei meccanismi fondanti
l'atto comico. Il meccanismo oliato della risata, che nasce dai giochi di
parole e il nonsense di Laurel, unito alla mimica fisica
straordinaria e complementare di entambi. Le scene più significative del
film: quella dell'ospedale in cui diventa chiarissima l'indissolubilità della coppia e quella conclusiva, del
balletto “Way
out West”, che
chiude la tournée segnando di fatto la fine della loro carriera, sono uno
struggente inno-omaggio alla nostalgia del sogno irripetibile di due
artisti unici. Il suggello musicale che ricompone la coppia del tempo
migliore, è un momento di autentica magia cinematografica. A tutto sopravvivrà il frutto di un'amicizia irresistibile.
In sala dal 1 maggio. Da non perdere
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