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venerdì 27 marzo 2009

Poeti della Marea

IV )


Fui un salmone blu
fui un cane,
fui un cervo
fui un cerbiatto sulla montagna
fui un tronco,
fui una spada,
fui un corno nelle mani di chi beve,
fui un germoglio che nasce,
per un anno e più,
fui un uccello bianco-maculato tra gli stormi di Eidin,
fui un agnello nel gregge,
fui un toro imbizzarrito,
fui il capro del mugnaio
fui colui che nutre.
Fui il grano screziato che cresce sopra una collina.
Sarò rapito, sarò covato,
sarò gettato dentro il fuoco,
sarò strappato dalla mano,
dal mucchio in cui vivo.
Un uccello dagli artigli rossi raspò là e mi inghiottì.
Fui trattenuto nove notti dentro il suo stretto corpo,
fui cresciuto nuovamente
fui bevuto prima di Guwledic.
Fui morto, fui vivo,
un ramo crebbe dentro di me,
fui fatto fermentare prima di essere pronto.
Una seconda volta mi inghiottirono,
il rosso-artigli mi allevò:si manifesta il raro,
un grande uomo è lodato.
Io sono Taliesin.



(Testi bardici gallesi dal VI al X secolo a cura di Francesco Benozzo Bologna, In forma di parole, 1998).


1 commento:

maria rosaria ha detto...

il mondo medievale celtico, scozzese, gallese... sempre di grande fascino.
baci