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sabato 11 aprile 2009

“Io, il Cinema, e l'imprinting dell'Angelo Azzurro..” I parte



Nel mio amore per il cinema, devo riconoscere un ruolo fondamentale e determinante,al film L'Angelo Azzurro.Questo film,infatti, è stato l'imprinting che ha fatto nascere in me la passione che tuttora coltivo.
C'è una datazione di questo “momento”,che lo colloca tra il mio ottavo o nono anno d'età . Negli anni 60 la televisione, in Italia ,svolgeva un ruolo pedagogico verso il suo pubblico, che era ancora in buona parte,analfabeta(qualche “superstite” forse ricorderà la trasmissione “Non è mai troppo tardi” del maestro A.Manzi..). In questa sua veste di maestra e divulgatrice,( egregia e rimpianta ahime!),consentì agli spettatori d'allora, di poter conoscere e gustare molte trasposizioni televisive di classici della letteratura italiana e mondiale.Nei palinsesti di quegli anni ,vi erano anche molte retrospettive, che permettevano di conoscere intere filmografie dei più grandi registi ed interpreti. Tra le tante, curate e commentate dall'ottimo Claudio G. Fava, seguii quella dedicata a Marlene Dietrich. Il ciclo fu inaugurato per l'appunto dal film l'Angelo Azzurro. Devo dunque alle opportunità offerte dalla televisione di quegli anni ,in qualche maniera, la nascita del mio amore per il cinema. Oggi rifletto sulla troppa “indulgenza” di cui ho goduto nella mia infanzia che mi ha permesso , di vedere un film come l'Angelo Azzurro certamente non adatto al mio essere bambina...eppure devo proprio allo shock emotivo che provocò in me la visione del film; la presa di coscienza dell'enorme e potente carica comunicativa che il linguaggio filmico ,e l'immagine in senso lato, potevano avere in assoluto. Peculiarità questa, pari se non superiore alla lettura ,che pure già frequentavo assiduamente. Contrariamente a molti bambini di quella generazione,non andavo sempre a dormire dopo Carosello, e la linea di demarcazione tracciata da quest'ultimo pensavo mi facesse entrare a pieno titolo, superandola d'abitudine, nel mondo degli adulti.
Ancora oggi,rivedendo questo film, provo una certa emozione mista ad un senso di angoscia. A dimostrazione di come le corde profonde del nostro io inconscio, quando sollecitate, possano lasciare tracce indelebili.
A quel film, ne seguirono tanti altri, e devo dire non meno “impegnativi”,se solo volessi considerare il versante emotivo,che non potevo ancora supportare con filtri adeguati, vista l'età. Ricordo per esempio, un ciclo dedicato a Ingmar Bergman...che impressione il Settimo sigillo!
Ma ormai la strada era tracciata, e da allora il cinema è una costante della mia vita . Arte sublime capace di far provare emozioni di una tale intensità ed immediatezza ,in qualche caso,per me, catartiche.
Ma tornando all'Angelo azzurro, che riveste dunque una grande importanza, per l'eredità che mi ha lasciato. Ho pensato di rendergli l'omaggio, meritato, di un' analisi approfondita.
Oggi, che ho qualche conoscenza in più, per decifrare, i motivi del grande impatto che ebbe su di me e non solo......


(continua)

2 commenti:

maria rosaria ha detto...

be', sei di bocca buona! e ti sei convertita anche presto, complimenti!
ho visto il film dopo aver letto il libro che credo per certi versi gli sia inferiore, e comunque tra i due scrittori, neanche a dirlo, preferisco thomas. ingmar bergman poi, che arte!
baci, franca, e auguri.

Dirk ha detto...

Ti ho già detto di aver visto anche io da piccolo Il posto delle fragole di Bergman (si chiama così?) ed alla scena della caduta e dell'apertura della bara dal carro in cui il protagonista scorge se stesso, sono rimasto folgorato (non dall'arte ma dalla paura). A volte penso che sarebbe stato meglio non assorbire così a casaccio (a casa mia non c'era nessuno che potesse darmi una dritta su ciò che volesse dire ciò che si vedeva) ma dare un senso. Vedere l'Angelo Azzurro a quell'età senza senso critico può essere stato non proprio il massimo. D'Altra parte anche a me ha fatto un effetto simile e da allora sol cartoni animati :-)