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domenica 1 febbraio 2009

Appaloosa

( Come ti riscrivo il western )

Ed Harris regista ed interprete insieme a Viggo Mortensen, Renée Zellweger e Jeremy Irons ci propone una interessante rilettura del genere western.
Tratto da un romanzo di Robert B.Parker completamente riscritto dallo stesso Harris con Robert Knott.
Virgil Cole(Ed Harris)e Everett Hitch(Viggo Mortensen) due “pacificatori,”tanto diversi quanto complementari, portano in giro per il West, con fare missionario, la loro opera di difensori della legge. Giungeranno ad Appaloosa (polverosa cittadina di frontiera del New Mexico), assoldati per ristabilire l'ordine ,contro il vilain di turno Randall Brag(Jeremy Irons). Nella cittadina giungerà poi Allison French(Renée Zellweger ) che diverrà ben presto per Virgil ,“Allie”.Determinando una serie di eventi che porteranno i due amici a...
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Il film parte secco e asciutto introdotto dall'incipit della voce fuori campo di Virgil ,che ci introduce senza fronzoli, all'essenzialità della vicenda. . Così ad indicare,da subito, la cornice rigorosa, entro la quale si muoveranno i protagonisti. Tutti i topoi del genere sono rispettati, e un omaggio alla tradizione,si intuisce anche,nella cura delle scenografie e nei paesaggi splendidamente fotografati, dei campi lunghi. Ma seppure all'interno della cornice tradizionale, il film procedendo, osa poi delle suggestioni che si allontanano da questa. E si nota come, a partire dalla psicologia dei personaggi principali, tutto abbia un taglio obliquo , ironico, che suggerisce appunto un approfondimento “moderno.” Merito soprattutto della sceneggiatura di cui si diceva all'inizio. Vediamo dunque i due amici vivere un rapporto di mutuo soccorso,( enfatizzato dalla recitazione fatta di sguardi e monossilabi del “vice” Everett)che di poco o nulla abbisogna . Ed ancora lo “sceriffo” Virgil eroe per la tradizione,al quale invece, qui:“mancheranno letteralmente le parole”; suggerite prontamente,da Everett.
Il tutto condito da una misoginia , neanche tanto velata,(vedi “l'abbraccio”-citazione nel saloon, che salva Harris dalla rissa)che è però,dato il contesto temporale,solo antropologica nello sguardo . Infatti le donne, sono poche , e con ruoli molto precisi (cameriere o puttane). Neanche il cattivo Brag, resta del tutto fedele al suo compito di cattivo tradizionale, trasformandosi e piegandosi, come la società che va evolvendosi. Solo Allie , nasce da subito, in una veste più originale e moderna, con il suo status di donna sola e indipendente. Ed anche se finirà per “accasarsi”, lo fa scegliendosi tra i tanti, il maschio dominante(come suggerisce Everett). Anche qui, ritroviamo l'ironia unita al distacco di uno sguardo quasi antropologico.. alla fine, l'eroe risulterà essere con una scelta coerente con i valori della tradizione, proprio Everett ; che era sembrato all'inizio ,quello da cui aspettarsi più sorprese..
Harris e Mortensen sono bravissimi, in special modo M. che non mi delude quasi mai. Tra l'altro si ripropongono come coppia rodata dopo History of violence. Irons incolore, e ultimamente in caduta libera. E la Zellweger : che dire?
Ha una sola espressione; occhi strizzati sorrisino perenne e birignao a gogò. Anche se il ruolo si prestava proprio a questo..non risulta credibile per tanto fascino..
Carinissimi i titoli di coda.
Gradevole ed encomiabile come tentativo di rilettura.
Per gli appassionati del western comunque.

1 commento:

Prof 2.0 ha detto...

Mi è piaciuto assai, anche se lei è inguardabile!