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venerdì 22 maggio 2015

Pas son genre

Non sono barriere architettoniche ma culturali, quelle che separano Jennifer (Émilie Dequenne) e Clément Le Guer (Loïc Corbery);lei solare parrucchiera nella cittadina di Arras e lui professore di filosofia,che ad Arras  è finito per un malaugurato trasferimento dall’amata Parigi. Dal romanzo di Philippe Vilain “Pas son genre” (edito in Italia da Gremese ed.col titolo Non il suo tipoLucas Belvaux ex attore oggi originale regista a tempo pieno, trae con raffinata maestrìa e grazia tutta francese(ma belga di nascita nda),un interessante capitolo cinematografico sull’eterno argomento dell’amore in coppia. Osserva  l’incontro/scontro dialettico-sentimentale tra due condizioni sociali, due culture e le diverse aspettative dei due protagonisti.B.lascia trasparire i diversi punti di vista e i pregiudizi che i protagonisti hanno l’uno verso l’altro, riuscendo a non essere partigiano e restituendo allo spettatore la poliedricità del loro “discorso amoroso”; nonchè lo spessore e la profondità che scaturiscono dall’osservare le loro reazioni,in special modo di Jennifer,che le esprime in maniera mai banale o scontata.Una messinscena che lascia libero lo spettatore nel suo giudizio, pur lasciandolo empaticamente coinvolto da una suspence emotiva che ha il suo clou nel bellissimo finale.L’algido e cinico  Clément intepretato dall’ottimo Corbery, tra una lezione di filosofia impartita ai suoi studenti  ed una lettura di Kant imposta a Jennifer, passa dalla noia iniziale della vita di provincia, all’inaspettato coinvolgimento erotico che gli offre la conoscenza della seducente coiffeuse. Apparentemente,sempre più disposto ad affacciarsi nel mondo di Jennifer fatto di piccole cose: come cantare al karaoke e interessarsi alla vita dei vip aggiornata sui rotocalchi rosa . Jennifer d’altro canto,con la sua spontanea solarità unita ad un pragmatismo rodato dalla indipendente e coraggiosa esperienza di madre separata con un bambino, inizia ad incrinare il muro di provvisorietà,che gli oppone e dietro il quale, si nasconde  Clément:-J.“Dicono che in una coppia c’è sempre uno che ama più dell’altro.Tu ci credi?”-C.”Non lo so non mi sono mai posto la questione”-J.”Ecco, il signor-so-tutto diventa il signor non lo so!come ti spieghi che un uomo che sa tante cose non sa niente riguardo ai sentimenti?”e Clément a Jennifer:-” Dei libri mi hanno cambiato la vita. E tu l’hai cambiata alle ragazze a cui hai cambiato acconciatura”.Contrariamente alle molte donne del suo ambiente parigino, che ha lasciato perchè “l’amore non deve trasformarsi in una prigione”;Clément percepisce,anche se in maniera molto labile, che forse J. potrebbe essere quella giusta: la donna, che sembra aver disattivato la modalità di cinica anafettività che regna nella sua vita. Ma un giorno accade che un libro scoperto per caso in libreria, scuote Jennifer, completamente asservita per amore a  Clément, e la induce a rielaborare il suo percorso sentimentale,delegando alle parole di una canzone di Gloria Gaynor lo struggente messaggio che idealmente, ha come ultimo destinatario Clément, ma è anche il coraggioso e probabile incipit di una nuova e più consapevole  rinascita come donna.Émilie Dequenne,è la strepitosa interprete di Jennifer,che malgrado la bravura del collega Loïc Corbery nei panni del non simpaticissimo  Clément, ruba la scena per buona parte del film regalandoci con una adesione totale e fisica al personaggio, alcune scene di rara intensità interpretativa.Già premiata in passato come miglior attrice,da esordiente assoluta, per Rosetta dei Dardenne; la Dequenne disegna con Jennifer un ritratto di donna che si muove tra i canoni più classici con una modernità assoluta.Attrice non prolifica, può vantare di avere ora al suo attivo due indimenticabili interpretazioni. Mentre la regia di Belvaux pone sotto i riflettori un interessante regista,che converrà tenere sempre più d’occhio, in futuro.

Da non perdere.

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