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mercoledì 11 marzo 2015

Noi e la Giulia: un agriturismo(forse) ci salverà.


Alla sua terza prova come regista, Edoardo Leo si conferma come uno tra i più originali e promettenti nomi della nuova commedia all’italiana; qui anche in veste di sceneggiatore ed interprete.
Il film nasce dal romanzo di Fabio Bartolomei “Giulia1300 e altri miracoli”, dove la Giulia del titolo, è un’auto attorno alla quale, ruoteranno molti degli inneschi comici del film. Protagonisti tre non  giovanissimi “losers”, (Luca Argentero, Edoardo Leo, Stefano Fresi) che spesa ogni energia e possibilità nella vita ricattatoria che  sola, sembra offrire la  grande città, decidono di attuare ciascuno, il proprio piano B.
L’idea, che il caso accomunerà, facendo incontrare i tre, è l’acquisto di un casale da ristrutturare nel verde della campagna per farne un agriturismo. A loro si unirà in seguito, il creditore Claudio Amendola, rivoluzionario d’antan e Anna Foglietta, hippye incinta e un po’ svanita. Superate le prime difficoltà sia di convivenza che caratteriali e aiutati da un provvidenziale vicino, contadino extracomunitario in Italia, ma con un passato da principe nel suo paese; i tre riceveranno alla vigilia dell’inaugurazione, la visita inaspettata di un bizzarro malavitoso (Carlo Buccirosso), che si presenterà a bordo di una macchina(la Giulia del titolo) accessoriata in maniera particolare…
Il film vuole ispirarsi alla grande tradizione dei personaggi monicelliani, velleitari e poveracci che solidarizzano facendo gruppo, all’ombra di una realtà disumana e disumanizzante che li respinge. Decidendo quindi di investire se stessi o quel che ne rimane,nel sogno,visto come alternativa possibile o piano di “riserva”. I personaggi in verità, soffrono un po’ gli stereotipi del caso e partono in leggero affanno anche dal punto di vista della coralità d’insieme, soprattutto negli snodi dove si potrebbe affondare e non lo si fa, dove si dovrebbe osare e si rimane un passo indietro. Singolarmente tutti bravi gli attori; da menzionare uno strepitoso Carlo Buccirosso che ahimè riesce a rendere simpatico anche un camorrista e la stralunata ma tenera Anna Foglietta.
Claudio Amendola poi, surreale comunista dal cazzotto d’oro, è protagonista di un esilarante momento cult del film,armato di falce e martello! Il film è ben girato e indulge solo nella parte finale in qualche ralenti di troppo. Magari gli avrebbe giovato qualche minuto in meno così come evitare qualche inutile ripetizione. Nell’insieme si lascia vedere con piacere e mostra la sempre maggiore disinvoltura del regista Leo, anche nel dirigere gli attori.
Dunque, tentativo originale e sufficientemente riuscito di affrancarsi da un cinema che insegue la risata per la risata.
Suggerisco agli spettatori ai quali questo film è piaciuto, un altro film, che sebbene molto diverso nelle intenzioni e nel mood, condivide con Io e la Giulia alcune interessanti suggestioni: Una piccola impresa meridionale, di Rocco Papaleo.
Forse, davvero un agriturismo ci potrà salvare.
Da vedere!

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