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lunedì 20 ottobre 2008





                       “ Il vento fa il suo giro”

Avrei potuto vederlo tempo fa,(ne avevo una preziosissima copia in anteprima) ma per vari motivi ,solo ieri sera ho finalmente visto,questo bel film di Giorgio Diritti.
Finalmente, dopo lungo tempo ,un film italiano che mi riconcilia con la cinematografia nostrana(a parte il “caso” Gomorra)e del quale, posso dire tranquillamente ,che è uno dei più interessanti e riusciti degli ultimi anni. Il film è stato fortemente “voluto “dai suoi sceneggiatori e dal suo regista, al punto da lanciarsi in una coraggiosa cooproduzione alla quale ,strada facendo si sono aggiunti tutti gli abitanti/attori ,della comunità montana nella quale è stato girato. Mancando una vera distribuzione, è cresciuto poi sul passaparola di quelli che avevano potuto vederlo, facendone richiesta allo stesso Diritti.
Presentato a molti concorsi e rassegne all'estero,ha vinto alcuni riconoscimenti,prima di approdare ai David di Donatello dove ha finalmente avuto la giusta consacrazione dalla critica italiana ed è giunto alla conoscenza del grande pubblico. Per non rimanere, comunque, nell'ambito di una nicchia di cinéphiles , nelle poche sale del nord Italia, è uscito in dvd quest'estate.
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Ci troviamo in una comunità montana del Monviso pressochè completamente abbandonata ,ma dove sopravvive ancora gelosamente difesa ,la lingua e la cultura occitana(il film è in gran parte sottotitolato). Nel piccolo paesino, giunge un ex professore di filosofia ,pastore per scelta, intenzionato a trasferirvisi con moglie e figli dai Pirenei (dove si sta per costruire una centrale nucleare).I primi approcci con la comunità, viaggiano sull'onda della diffidenza verso il “francese”;ma il sindaco, strappa ai pochi concittadini ,una possibilità per lui. Come segno di speranza ,per una nuova linfa che potrebbe portare al ripopolamento del paese. Da questo momento tra la famiglia e i paesani si alterneranno e convivranno assieme, momenti di apertura accogliente ad altri di chiusura , e ancora ,sottolineature orgogliose dei propri “confini”, siano essi culturali o alla lettera“terreni”. I contrasti tra le due identità ,col proseguire della vicenda,giungeranno fino ad una cattiveria primitiva. Il francese e la sua famiglia saranno sempre più ,messi all'angolo, e percepiti come “estranei” a quel mondo, a quella cultura con la quale sembravano volersi confrontare e forse misurare.In fondo convive nei paesani il desiderio di sottrarsi a qualunque giudizio morale , che non sia quello della loro stessa cultura ,di cui sono al tempo stesso ostaggi e custodi. Philipe e la sua famiglia, dall'altra, non possono e non vogliono fare o dire più di quanto facciano, per rompere il muro che gli si presenta .Ne abdicare alle loro convinzioni in nome di una “tollerante” convivenza .Solo lo scemo del villaggio riesce ad entrare in sintonia autentica con la famiglia francese. Divenendone poi parte .Ma prima ancora,era stato in sintonia con la natura ,con la magia dei luoghi quasi in risonanzacon loro nel mimare continuamente l'atto del volo.Ed in quello spazio,unico e solo ,
aveva trovato l'assoluta autenticità di un rapporto. Proprio con le istanze e le domande universali di cui ,simbolicamente ,e' portatore lo scemo del villaggio, si chiude il film. Senza voler dare risposte, ma lasciando intravedere un possibile riscatto per i paesani,mentre l'auto dei francesi si allontana sulla strada....
Ben girato, ben scritto, senza inutili indulgenze moralistiche , ma chiaro e diretto,con una fotografia poetica(ho scoperto in seguito che D.è stato allievo di Olmi)ed una accattivante colona sonora; brilla per l'interpretazione non solo ,degli unici due attori professionisti(Thierry Toscan e Alessandra Agosti), ma anche per tutti gli altri che non lo sono. Che dire, un piccolo gioiellino italiano ,come non mi capitava di vederne da anni. Assolutamente da non perdere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E diciamoci la verità: chi, se non tu, poteva andare a pescare questo film? :-)

Franca Maenza ha detto...

Dai su , non esagerare...è partito in sordina,ma poi è stato anche allegato ad una rivista mensile molto diffusa...dunque..