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mercoledì 12 novembre 2008

"Si può fare"





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Non so, se scrivere in poco più di un mese di un altro film italiano ,possa autorizzarmi a parlare di segnali positivi o azzardare il termine, (orrorifico!)rinascita.Sta di fatto che non mi capitava da tempo di scegliere la visione di tante produzioni italiane tutte di fila in poco tempo(La terra degli uomini rossi, Pa- ra-da, Pranzo di ferragosto, Il vento fa il suo giro, ed ora ,Si può fare.)E' anche vero che per alcuni di questi , Marco Muller all'ultima mostra di Venezia ha coniato il termine di “cinema nomade”, cioè firme nazionali che ,”spostano lo sguardo,” girando in altri paesi.
Ritornando al nostro.
Ci troviamo negli anni 80 , Nello ,sindacalista troppo illuminato per i tempi ,si ritrova “degradato”e finisce a capo di un'associazione : la “Cooperativa 180”.Qui ( in uno dei primi esperimenti di accoglienza) troviamo un gruppo di ex pazienti manicomiali liberati dalla Legge Basaglia ,e supportati dal cauto dott.Del Vecchio(omen nomen?).Nello porterà al gruppo di soci l'idea e l'intuizione del “si può fare”. Trasformando ben presto le potenzialità di ognuno ,in risorse creative da lanciare sul mercato del lavoro. Nasce una cooperativa di parquettisti, che ,dapprima giovandosi di un fortuito caso, verrà in seguito accettata con pieno successo finanche dall'opulento e pregiudiziale mondo yuppie. C'è in seguito,qualche virata sul drammatico, ma sostenendosi alla buona sceneggiatura, il tutto rimane ,discretamente, equilibrato. La tentazione a trasformarsi nel “volo del cuculo de noartri” è brillantemente superata; merito della sceneggiatura che non affonda nel già visto, perchè pone l'accento più sul rapporto d'accoglienza con l'”esterno “che sulle problematiche dei matti in quanto tali.
Un limite ,accettabile ,sta proprio nella regia un po' di “maniera”, e qui forse la sceneggiatura poteva esigere un occhio diverso. Bisio bravo attore di teatro continua a non convincermi completamente (vive sul grande schermo lo scotto della maschera televisiva?). Anita Caprioli non particolarmente in luce, bravo Battiston il medico basagliano. Ma soprattutto bravissimi tutti i soci della cooperativa . Ho stentato a credere che fossero tutti attori professionisti. Una nota a Giovanni Calcagno/”Luca”e Franco Pistoni/”Ossi”. Happy end con finale toccante.
Tratto da una storia vera che sembra oggi distante anni luce.
Si sorride ,si riflette, e si esce dal cinema contenti di un film che vale tutti i soldi del biglietto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E come si fa a commentare il commento di un film che non si è visto?
p.s.: lo spazio delle virgole va dopo la virgola, e non prima :-)

Franca Maenza ha detto...

Vallo a vedere, credo ti piacerà. Mi spieghi questa cosa delle virgole? Sinceramente non ho capito.
Credo ci siano dei problemi al server del blog,perchè non riesco a commentare e non mi aggiorna da ieri i links.
Casomai ti rispondo su Face.

Anonimo ha detto...

Passa a Solinder... Blogspot fa più cultura ma è meno maniariello...

Anonimo ha detto...

Volevo dire a Splinder...