Translate

venerdì 16 gennaio 2009



Un matrimonio all'inglese Easy Virtue
Negli ultimi mesi, affollano il grande schermo, un gran numero di films di registi inglesi ed australiani. A testimoniare una nuova rinascita della cinematografia inglese,(vedi l'ultimo Torino film fest.)e una felice crescita di quella australiana.
Per l'Australia segnalo il ritorno di Stephan Elliott (regista di Priscilla regina del deserto) alla regia di un film tutto inglese, tratto da un lavoro teatrale di Noel Coward. Solita infelice traduzione del titolo ,al posto del più appropriato Fragile Virtù ,già portato sugli schermi da Hitchcock ai tempi del muto.
La trama ci racconta di John Witthaker (Ben Barnes)giovane rampollo di buona famiglia inglese, che nei primi anni 30 incontra a Parigi una giovane e disinibita americana, Larita (Jessica Biel), che subito sposa . John porta Larita a conoscere la sua famiglia , che vive in una sfarzosa residenza della campagna inglese.
Si ripropone il classico incontro-scontro tra suocera e nuora, che poi è anche ,evidentemente ,lo scontro tra due mondi e due epoche. Ad eccezione del suocero Jim(Colin Firth), l'accoglienza della suocera Veronica(Kristin Scott Thomas)e delle sorelle Hilda e Marion non potrebbe essere più gelidamente ostile.Si dispiegano tutte le armi e i trucchi per difendere, quanto si teme in pericolo per la sua venuta.
Da un lato,la famiglia Witthaker:cristallizzata, nel farsi custode della tradizione così come di tutte le ipocrisie ,ritualità , bigottismi sessuali retaggio dell'epoca vittoriana e di un secolo ormai passato. Ma ostinata a difendere tutto questo, a dispetto della realtà ,che vuole la proprietà e quindi la famiglia stessa ,gravata dai debiti e prossima al tracollo. Dall'altra :l'energica e vitale Larita, che porta il vento del modernismo di un secolo pieno di fermenti: dall'amore per le macchine e i motori, al disinvolto e libertario atteggiamento nell'abbigliamento così come nell'amore, e finanche nella scelta del cibo. Tutto complotta contro l'americana e l'indecisione del figlio/marito John. Solidali si mostrano invece la servitù e Jim. Quest'ultimo infatti, viene scosso dall'annichilimento in cui era piombato dopo il ritorno dalla guerra, proprio dall'energia vitale e senza ipocrisie di Larita. Naturalmente le battute di raffinato umorismo sono disseminate in tutto il film, che ha tempi perfetti, contrappuntati da una colonna sonora ,(per lo più jazz), che va oltre il suo compito,diventando essa stessa sceneggiatura che suggerisce ed evoca la carica destabilizzatrice del periodo, e di cui è portatrice Larita.
Tanti i momenti esilaranti : da quello del can can, all'episodio “nero” della cagnolina , all'apoteosi dell'ingresso in casa di un quadro “di un giovane spagnolo”(cubista!).
Dispiace solo che in tanta perfezione, non si approfondiscano un pò di più le “motivazioni” dei personaggi chiave: Veronica e la stessa Larita. Della prima capiamo qualcosa di più, solo nella parte finale e di Larita si sfiorano solo momenti del suo passato, con molto pudore.Il che, fa qualche volta cedere alla tentazione, di considerare il film come un esercizio di stile un po' “freddo”. Altra piccola(?) pecca, è quella di un Colin Firth fuori parte, vista ,se non altro ,la giovane -improbabile- età come suocero.
Ma la vera rivelazione, l'asso nella manica, colei che “scalda” tutto il film:è Jessica Biel. Perfetta nel ruolo di Larita; straripante di energia ,e capace di trasmettere tutto il prezzo, che la libertà all'epoca, chiedeva ad una donna . Ad ogni inquadratura ,del corpo statuario e straordinariamente “comunicativo,” la platea di maschietti registrava un sussulto. Splendida nella scena del tango e quando ,dopo aver tollerato la miriade di “esseri” imbalsamati nella villa, distrugge la statua che riproduce la venere di Milo;ultimo simbolo del passato. Splendida anche Kristin Scott Thomas, classe e talento unite. Strepitoso il maggiordomo Jackson , very British! E la cana...
ancora una nota di merito alla Biel che si è dimostrata anche brava cantante nella colonna sonora.
Cosa volere di più?
Da vedere

Nessun commento: