Sull'onda
di un rinnovato e ciclico interesse per i biopic,spesso coronato dal
successo (ben tre biopics confluiscono nella rosa degli Oscar 2015
come miglior film);approda sul grande schermo questo film,tratto
dall'autobiografia di Alan Turing scritta da Andrew Hodgens e
adattata per il cinema da Graham Moore.
Alan
Turing genio matematico inglese, a 27 anni in pieno conflitto
mondiale, fu chiamato a ricoprire in segreto dal governo britannico,
insieme ad un pool di brillanti menti,il ruolo di capo coordinatore
del progetto ENIGMA.
Il
quale si proponeva di decrittare il codice segreto usato dai nazisti,
per comunicare le loro, operazioni belliche.
Il
genio visionario di Touring ideò e costruì una macchina che riuscì
nell'intento,cambiando il corso della guerra,e salvando migliaia di
vite umane.
Finita
la guerra, fu accusato di omosessualità(reato punibile in
Inghilterra fino al 1983)e condannato alla castrazione chimica che
scelse in luogo del carcere;ma che lo portò in breve al suicidio, a
soli 41 anni.
La
macchina inventata da T.,viene considerata oggi, insieme ad altri
suoi interessanti studi sul rapporto intelligenza meccanica- mente
umana,l'antesignana del computer e della moderna scienza informatica.
Il
film sicuro di un buon impianto nei vari comparti di sceneggiatura,
scenografia e montaggio, procede nell'alternarsi di flashback e
forward con una regia consapevole di orchestrare il compito, con
dignitoso mestiere.
Non
ci sono guizzi o digressioni per il pubblico, che non siano
quelli,probabilmente decisi a tavolino dalla produzione(il re
midaWeinstein);che in tutta evidenza,non vuole spingersi più in là,
dei tranquilli territori di una indagine sul “caso storico” che
esige il tributo dell'umana giustizia.
L'empatia
e le altri possibili ed interessanti letture del film, risiedono
tutte nell'interpretazione toccante e sfaccettata che ha il volto
dell'astro nascente Benedict Cumberbatch.
E'
nelle mille sfumature che Cumberbatch fornisce al personaggio che si
può rintracciare un rapporto esistente tra lo sfortunato amore
adolescenziale di T. traslato nella concretezza della sua macchina,
alla quale trasferisce, in un impossibile e disperato recupero, il
nome dell'amato.
Oppure
si trova nel disagio comunicativo del personaggio-ai limiti
dell'autismo sociale-, quello più ampio della difficoltà di
comprensione tra uomini, definiti “diversi”.
Allo
stesso modo essi necessitano di codici di decrittazione per essere
compresi; ma non sempre questi ,sono in linea con i tempi e le
convenzioni sociali.
Gli
altri attori del cast,si mantengono nella sufficiente prestazione,
con qualche riserva per la scialba interpretazione di Keira
Knightley(candidata all'oscar.. ça va sans dire) che impersona Joan
Klarke.L'unica,
che riuscì forse, a decrittarne l'anima solitaria e tormentata.
Resta
l'amaro per una vicenda umana così crudele e solo parzialmente
riscattata.
Per
tutto il resto c'è odore di oscar.
Nel
caso, sicuramente da Cumberbatch meritato.
Consigliato.
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