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venerdì 20 febbraio 2015

La douce France di Gemma Bovery

Una riflessione tutta francese nei suoi illustri richiami letterari(Flaubert),quella di Anne Fontaine,regista di Gemma Bovery.
Tratto da una graphic novel della britannica Posy Simmonds,alla cui produzione aveva già attinto Stephen Frears con Tamara Drewe.
Protagonista in entrambi i film, l'attrice Gemma Artenton alla pari con l'ottimo Fabrice Luchini.
La campagna Normanna è la cornice borghese in cui si muove Martin, ex parigino con la passione della grande letteratura,che vi si è trasferito con la famiglia in cerca di tranquillità.La troverà,occupandosi della panetteria di famiglia.
Nell'idilliaca cornice irrompe la coppia di nuovi vicini inglesi, la cui moglie, Gemma Bovery, ha il nome del libro feticcio di Martin,scritto da Flaubert.
Le forme suadenti e reali di Gemma sembrano ripercorrere agli occhi di Martin quelle del personaggio letterario,diventando per lui, incrocio e detonatore tra il desiderio e la passione momentaneamente sopiti, e la fantasia mai doma, della sua estrosa e a tratti nevrotica personalità.
La commistione tra realtà e desiderio, tra vita e arte diventano così, pian piano, la sceneggiatura che Martin s'illuderà di poter gestire e padroneggiare.
Gemma,osservata e trasfigurata nel suo corrispettivo letterario,diventa nelle maldestre ed improvvide intenzioni/azioni di Martin,la materia palpitante e sulfurea che costituirà nella realtà,l'eterna sfida tra arte e vita. Mutuando l'una nell'altra.
Nello sviluppo finale della storia, sono contenute le uniche tracce dell'originale “spirito british” della graphic novel,soprattutto quando la vita vera,disporrà le carte in tavola, diversamente dalle aspettative di Martin.
La regia è estremamente accorta e sensibile nella messa in scena, mantenendo la giusta “distanza” tra realtà ed immaginazione.Indulgendo solo qualche volta di troppo, sui primi piani di Luchini.
D'altra parte, pur con qualche limite di maniera,non si può immaginare attore migliore per un tale soggetto.
Ricordiamo a tal proposito, Luchini nel personaggio di Molière in bicicletta, con il quale, il film ha molte assonanze.
Gemma Arterton è materia incandescente.Splendida nel ruolo atto a suscitare turbamenti e passioni( il personaggio di Tamara Drewe , era già una promessa in tal senso).Bravi ed in parte tutti gli altri interpreti.
Un film che rende lieve in maniera equilibratissima, il rapporto tra vita ed arte,che lieve non è.
Capace di riflettere con sincerità ed humor anche sui limiti del suo nazionalismo.
Insomma un film deliziosamente,irriducibilmente francese,come solo un film francese sa essere!
Da vedere



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