Una
riflessione tutta francese nei suoi illustri richiami
letterari(Flaubert),quella di Anne
Fontaine,regista di
Gemma Bovery.
Tratto
da una graphic novel della britannica Posy
Simmonds,alla cui
produzione aveva già attinto Stephen
Frears con Tamara
Drewe.
Protagonista
in entrambi i film, l'attrice Gemma
Artenton alla pari
con l'ottimo Fabrice
Luchini.
La
campagna Normanna è la cornice borghese in cui si muove Martin,
ex parigino con la passione della grande letteratura,che vi si è
trasferito con la famiglia in cerca di tranquillità.La
troverà,occupandosi della panetteria di famiglia.
Nell'idilliaca
cornice irrompe la coppia di nuovi vicini inglesi, la cui moglie,
Gemma Bovery,
ha il nome del libro feticcio di Martin,scritto da Flaubert.
Le
forme suadenti e reali di Gemma
sembrano ripercorrere agli occhi di Martin
quelle del
personaggio letterario,diventando per lui, incrocio e detonatore tra
il desiderio e la passione momentaneamente sopiti, e la fantasia mai
doma, della sua estrosa e a tratti nevrotica personalità.
La
commistione tra realtà e desiderio, tra vita e arte diventano così,
pian piano, la sceneggiatura che Martin
s'illuderà di poter gestire e padroneggiare.
Gemma,osservata
e trasfigurata nel suo corrispettivo letterario,diventa
nelle maldestre ed improvvide intenzioni/azioni di Martin,la
materia palpitante e sulfurea che costituirà nella realtà,l'eterna
sfida tra arte e vita. Mutuando l'una nell'altra.
Nello
sviluppo finale della storia, sono contenute le uniche tracce
dell'originale “spirito british” della graphic novel,soprattutto
quando la vita vera,disporrà le carte in tavola, diversamente dalle
aspettative di Martin.
La
regia è estremamente accorta e sensibile nella messa in scena,
mantenendo la giusta “distanza” tra realtà ed
immaginazione.Indulgendo solo qualche volta di troppo, sui primi
piani di Luchini.
D'altra
parte, pur con qualche limite di maniera,non si può immaginare
attore migliore per un tale soggetto.
Ricordiamo
a tal proposito, Luchini
nel personaggio di Molière
in bicicletta, con
il quale, il film ha molte assonanze.
Gemma
Arterton
è materia incandescente.Splendida nel ruolo atto a suscitare
turbamenti e passioni( il personaggio di Tamara Drewe , era già una
promessa in tal senso).Bravi ed in parte tutti gli altri interpreti.
Un
film che rende lieve in maniera equilibratissima, il rapporto tra
vita ed arte,che lieve non è.
Capace
di riflettere con sincerità ed humor anche sui limiti del suo
nazionalismo.
Insomma
un film deliziosamente,irriducibilmente francese,come solo un film
francese sa essere!
Da
vedere
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